Il portavoce dell'Ordine dei farmacisti: «Usarli, ma con la testa». Il farmacista cantonale: «Non li suggeriamo»
Quindi sulle code per i tamponi degli ultimi giorni: «Ce n'è per tutti, ma solo se non si ha fretta»
LUGANO - Che non brillassero per efficacia un po' lo si sapeva già. Ma uno studio condotto in Germania dai ricercatori del Paul Ehrlich Institute (che si occupa di vaccini e medicinali biomedici), ha mostrato che alcuni autotest venduti in Svizzera per rilevare la positività al Covid-19 si avvicinano all'inutilità. Uno di questi in particolare ha fornito rilevamenti corretti solo nel 16,7% dei casi.
Al momento Ufsp e Swissmedic fanno orecchie da mercante, sostenendo di non essere responsabili dei controlli su questi prodotti. E i farmacisti come si pongono nei confronti di questi strumenti la cui utilità viene ancora una volta messa in discussione?
«Non abbiamo mai spinto a usarli» - «Che i test autodiagnostici forniscano un risultato meno attendibile dei test PCR o di quelli antigenici rapidi non è affatto una novità», ci risponde il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. «Il prodotto in se è già meno preciso; a questo si aggiungono il fatto che si preleva materiale solo nei primi due centimetri del naso e che il prelievo è spesso poco accurato perché non è eseguito da un professionista. Per questi motivi noi in Ticino non abbiamo mai spinto il ricorso a questo mezzo diagnostico».
Ecco quando non vanno usati - Presenza di sintomi, contatto con persone positive, visite in strutture sanitarie, previsione di contatti con persone fragili, per il farmacista cantonale sono tutte situazioni in cui gli autotest non vanno usati. «In tutti questi casi bisogna ricorrere a un test professionale, con prelievo del campione eseguito da un professionista. Inoltre se la persona è vaccinata, bisogna fare un test PCR e non un test rapido».
«È già qualcosa» - «Non è compito nostro verificare la validità o meno degli autotest, noi vendiamo solo quelli approvati dall'Ufsp», ci risponde invece Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti ticinesi. «In ogni caso bisogna guardare con un altro occhio quei dati, perché quel 16,7% è già una persona su otto che si toglie dalla catena dei contagi».
«Non sono la panacea» - Per Tamò, ovviamente, l'autotest non deve e non può essere la panacea di tutti i mali: «Così come non lo è la mascherina da sola o il vaccino. Solo se adottate insieme, queste misure possono aiutarci a ridurre i rischio e contrastare questa pandemia, ma dobbiamo rispettare le normative in vigore».
«Occorre buonsenso» - Il suo è tacitamente un invito a non farne un uso scriteriato. «Se l'esito è negativo non significa che ci si possa tuffare tra la folla. Ci vuole un po' di buonsenso».
Un invito al giudizio, ma anche alla pazienza, Tamò lo elargisce anche per coloro che negli ultimi giorni si sono trovati in coda per i test rapidi o molecolari. «Se c'è bisogno di farsi testare entro 24/48 ore la disponibilità non manca. Se invece si vuole decidere il giorno e l'orario, beh... allora il discorso è diverso. Ricordiamoci che la situazione non è delle più semplici, le farmacie e i laboratori stanno facendo i salti mortali per aumentare le proprie disponibilità. Serve tempo e personale. Ringraziamo piuttosto chi si è messo a disposizione anche in giorni festivi come il Natale».