Qualche chiusura per quarantene e molte cancellazioni a causa delle nuova variante.
Un peccato, perché la stagione era partita in salita. Il direttore di Ticino Turismo: «A novembre e inizio dicembre stavamo facendo addirittura meglio del 2019, poi è arrivata la paura. È andata bene solo a Capodanno»
LUGANO - Se in hotel si presenta Omicron, la chiusura è dietro l'angolo. Ne sanno qualcosa alcune grandi strutture a St. Moritz, Pontresina, Zermatt e Verbier. Insomma, a causa del crescente numero di dipendenti isolati o in quarantena la contagiosa variante minaccia di cancellare i risultati positivi delle ultime settimane.
Nessuna chiusura tra gli hotel... - Il problema all'apparenza sembra toccare poco le strutture ticinesi: «Diversamente da quello che si sta verificando presso alcuni grandi hotel nei Grigioni, a livello ticinese per ora non ci è giunta notizia di chiusure causate dal virus. Anche perché da noi molti grandi alberghi in questo periodo non sono operativi», ci spiega Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo.
... ma tante cancellazioni - Nonostante la minor vocazione invernale, tuttavia, anche il Ticino soffre l'avvento di Omicron: «Non abbiamo ancora le statistiche ufficiali, ma novembre era andato bene. Sia rispetto al 2020 che al 2019. Dicembre invece è stato altalenante - precisa Trotta -. Fino alla prima metà abbiamo visto arrivare molte prenotazioni, anche dall'Italia. Con lo spauracchio di Omicron sono arrivate invece le cancellazioni. Da metà dicembre fino a inizio anno tutto si è rallentato, poi c'è stato il boom di Capodanno, con il quasi tutto esaurito. Ma è andata veramente bene solo quei pochi giorni, durante i quali tra l'altro c'è stato bel tempo».
Meteo favorevole? Non per tutti - Bel tempo che ovviamente non ha giovato a tutti: «Se il caldo ha fatto bene in città, per le nostre località sciistiche, senza neve, non credo che ci sia stato molto da festeggiare», conclude il direttore di Ticino Turismo.
Qualche chiusura tra bar e ristoranti - Oltre all'hotellerie, ovviamente, c'è un'altra categoria che sta facendo i conti con l’ospite sgradito: «Purtroppo il Ticino non è esente dal problema causato da questa variante - conferma al telefono il presidente di GastroTicino, Massimo Suter -. Anche da noi alcuni bar e ristoranti hanno dovuto chiudere temporaneamente perché la maggior parte del personale era in isolamento o quarantena, quindi non avevano la possibilità di poter garantire il servizio. Nei Grigioni il problema è sicuramente più marcato, ma d'altra parte da loro è alta stagione. Da noi lo è un po' meno, di riflesso i casi sono, fortunatamente, minori».