Le misure anti-Covid mettono in difficoltà la categoria che non riceve più aiuti economici. L'appello alla politica
BELLINZONA - «Vogliono farci passare un bruttissimo Natale». È quanto temevano, alla fine di novembre, i tassisti ticinesi che improvvisamente si erano visti negare la cosiddetta IPG Corona, l'aiuto finanziario ai lavoratori indipendenti per attenuare le ripercussioni economiche dovute alla pandemia. Un timore, il loro, che si è poi avverato. E nel nostro cantone sono molti i tassisti che nel frattempo sono ormai allo stremo delle loro possibilità finanziarie.
Il versamento dell'IPG Corona era stato interrotto (non soltanto per i tassisti), in quanto non più giustificata, secondo le valutazioni della cassa cantonale di compensazione. Il lavoratore indipendente ha infatti diritto all'aiuto soltanto se la sua attività è limitata per cause direttamente collegate alle misure attuate per combattere il coronavirus. Con il miglioramento epidemiologico dell'estate, i requisiti erano dunque stati rivisti.
L'appello - Ma attualmente non ha alcun senso negare l'indennità, secondo i tassisti ticinesi, che con uno scritto si sono ora rivolti a varie autorità politiche, in primis il consigliere di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE). «Siamo nel pieno di una nuova ondata, noi non riusciamo a lavorare» ci dicono dall'Associazione Taxi Ticino Uniti (ATTI).
«La crisi economica e il collasso del turismo scatenati dallo tsunami del coronavirus fanno paura, il settore del trasporto taxi è tra i maggiori comparti a soffrirne» si legge nello scritto dell'associazione. «A fine turno ogni tassista conta i danni della giornata a vuoto».
«Senza clienti a causa delle misure» - Eppure, sempre secondo l'ATTI, ci sarebbero tutte le premesse per continuare a concedere anche al settore dei taxi la cosiddetta IPG Corona. È infatti a causa dei provvedimenti anti-coronavirus che mancano i turisti, la clientela dei tassisti. Soltanto lo scorso mese, la categoria ha dovuto fare i conti con le limitazioni di orario e di utenza per gli eventi natalizi ticinesi. E si parla anche dell'obbligo di test per entrare in Svizzera. «La conseguenza è che quasi nessuno chiama un taxi».
«Noi promotori del comitato - conclude l'ATTI - riceviamo ogni giorno decine di telefonate da parte di molti colleghi che ci annunciano l'arrivo della lettera con il rifiuto al prolungamento dell'IPG Corona e da altri colleghi che disperati non possono più pagare l'affitto o il leasing del veicolo di lavoro, con i debiti delle famiglie che si stanno accumulando».