Crollo dell'80% dopo gli annunci dei giorni scorsi. Da oltre 4'000 a meno di 900 al giorno
Pedevilla (Sezione del militare): «Le dichiarazioni del ministro della salute hanno pesato». Ma intanto c'è chi guarda alle vacanze di carnevale, e all'Italia
LUGANO - Via agli allentamenti, giù le vaccinazioni. Alla fine di gennaio in Svizzera le dosi somministrate sono crollate, secondo i dati dell'Ufsp. Dalle 65mila del 7 gennaio alle 20mila del 29: un calo di oltre due terzi, che si spiega (almeno in parte) con le dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal ministro della salute Alain Berset, prima ancora delle decisioni del Consiglio federale.
L'effetto si vede anche in Ticino. Questa settimana le persone che hanno ricevuto la vaccinazione (booster e prima) nel nostro cantone sono state meno di 900 al giorno: 763 martedì, 750 mercoledì, 839 giovedì. Per fare un confronto, nelle prime due settimane di gennaio la media era di oltre 4mila vaccinati al giorno, calati a 1500 nell'ultima settimana del mese.
Ryan Pedevilla, capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione, attribuisce il calo alle decisioni del Consiglio federale. «Le dichiarazioni di Berset hanno senz'altro pesato, e anche il Consiglio federale ha messo in secondo piano i motivi di salute pubblica». Questo, almeno, è il messaggio arrivato alla popolazione, a giudicare dalle prenotazioni. Secondo Pedevilla «vi è una parte dei ticinesi che continua a chiedere il certificato per ragioni non per forza sanitarie» e in particolare «in vista delle vacanze di carnevale e di Pasqua».
Le nuove prenotazioni sono circa 300 al giorno. «Un numero su cui può avere un influsso anche la decisione dell'Italia di accorciare a sei mesi la validità del green pass, mentre in Svizzera è sceso da dodici a nove mesi» interpreta Pedevilla.
Anche Thomas Kraft, direttore del centro di vaccinazione di Winterthur, ha confermato a 20 Minuten il trend negativo. «Ultimamente ci sono state molte disdette». Alcune sono la conseguenza di infezioni da Omicron, ma non tutte. Il Dipartimento della salute di Basilea Città ha registrato un calo del 50 per cento per i "booster" e del 40 per cento per le prime vaccinazioni.
Un trend preoccupante secondo gli osservatori, perché espone la popolazione a un maggior rischio di nuove varianti. Nella conferenza stampa di mercoledì non a caso il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha rinnovato l'invito a vaccinarsi: «Vaccinazioni e booster sono ancora i mezzi più efficaci per evitare malattie, sofferenze e morte» ha dichiarato. Ma la frase si è persa, evidentemente, in mezzo alle altre.