Omicron è ancora un problema per le lavoratrici del sesso. Che si rivolgono al no profit per un sostegno finanziario
L'antenna MayDay ha aiutato diverse prostitute a tornare al paese d'origine durante la pandemia. Quelle che sono rimaste in Ticino, spesso hanno problemi finanziari. Zona Protetta: «Servono aiuti federali»
LUGANO - I telefoni delle associazioni contro l'indebitamento suonano di continuo. Persone che non aprono più la posta, per paura dei precetti. Le richieste sono aumentate con il Covid e arrivano «soprattutto da lavoratori indipendenti» ha spiegato di recente a tio.ch/20minuti Simona Bernasconi di Sos Debiti. Ma alle categorie abituali di recente se ne è aggiunta una nuova: le professioniste del sesso.
I casi non sono moltissimi, ma indicativi. Il settore delle luci rosse è stato colpito come altri dal blocco delle indennità Ipg Corona (perdita di guadagno) a settembre. «Le prostitute hanno gli stessi problemi di molti liberi professionisti» spiega Monica Marcionetti dell'antenna MayDay, che attraverso un'iniziativa ad hoc (progetto "Catena") ha aiutato decine di ragazze ad affrontare il primo e il secondo lockdown in Ticino. «Abbiamo aiutato molte lavoratrici a tornare in patria, perché stare in Ticino comportava un rischio di indebitamento o di chiedere aiuto finanziario a intermediari e sfruttatori».
Anche dopo la riapertura dei locali erotici, i problemi non sono finiti. In compenso sono finiti gli aiuti federali. «La clientela è calata molto a causa dell'incertezza sanitaria e una parte delle lavoratrici faticano a sbarcare il lunario e finiscono con l'indebitarsi» spiega Vincenza Guarnaccia di Zona Protetta. L'associazione assiste una quarantina di prostitute che hanno chiesto (e ottenuto) l'aiuto della Catena della solidarietà per arrivare a fine mese. Non tutte possono tornare al paese d'origine. «Si tratta per lo più di professioniste radicate sul territorio, che esercitano in appartamenti o a domicilio e vivono in Ticino da molti anni» spiega Guarnaccia. Con il taglio delle Ipg Corona «è venuto meno un sostegno importante, e queste persone si trovano ad affrontare da sole la crisi legata alla variante Omicron». Alcune hanno deciso di partecipare a corsi di riqualifica professionale. Ma hanno bisogno di tempo, e intanto le bollette si accumulano.