La campagna vaccinale è ferma? Non del tutto. Questa settimana sono circa 400 le persone che hanno prenotato.
Intanto, complice la crescita dei contagi, si pensa a un eventuale nuovo richiamo. Ma l'UFSP frena: «Non ci sono prove che serva»
LUGANO - Guardando ai dati, nonostante il recente aumento delle infezioni, sembrerebbe che non si stia muovendo più nulla. La percentuale delle persone con vaccinazione completa, in Ticino, è ferma a 72,3%. Scende al 46,1% quella delle persone con richiamo (per gli anziani però è al 78,8%). Insomma, venute meno le restrizioni pare sia venuta meno anche la spinta a ricorrere al siero.
Tuttavia, come mostrano i dati aggiornati forniti da Ryan Pedevilla, capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione, qualcuno il vaccino lo fa ancora. «Guardando tra le prenotazioni fino al 26 di marzo abbiamo 11 persone che faranno la prima dose, iniziando quindi il ciclo vaccinale», spiega.
Ritardatari o scettici “convertiti”? Ovviamente non è dato saperlo. Quello che invece è noto è che, poche, ma ci sono ancora nuove somministrazioni. Sempre fino al 26 di marzo, infatti, sono in programma «quasi 400 tra seconde dosi e booster», sottolinea Pedevilla. Insomma, la fotografia della situazione vaccinale è la seguente: «Attualmente sono stati effettuati 164’079 booster e 259’076 prime dosi di cui 1152 a bambini».
Per chi volesse il preparato Pfizer, ad oggi resta aperto il centro di Giubiasco, presso il mercato coperto (mercoledì pomeriggio, venerdì mattina e sabato tutto il giorno). Per gli altri è possibile ottenere Moderna andando in farmacia.
Quarta dose? «Al momento non sembra giustificata» - La nuova crescita dei contagi, in ogni caso, non sembra spaventare l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). «La vaccinazione di richiamo porta a una maggiore protezione contro le forme gravi della malattia, l'ospedalizzazione e soprattutto contro altre varianti - sottolinea Nani Moras, portavoce dell'UFSP -. Con il richiamo, l'incidenza delle ospedalizzazioni è molto bassa, anche negli over 60».
Niente sembrerebbe giustificare quindi la necessità di una quarta dose: «Attualmente non ci sono prove scientifiche per invitare a un'ulteriore dose di vaccino le persone che hanno già ricevuto il booster - prosegue Moras -. Se la situazione epidemiologica dovesse richiederlo, la Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) farà delle raccomandazioni al riguardo».
D'altra parte, come viene precisato, un ulteriore sviluppo di eventi infettivi - ancora di più nell'autunno/inverno 2022 - non può essere previsto. «Tuttavia, la Svizzera potrebbe contrastare un nuovo aumento stagionale delle infezioni con un ulteriore richiamo (ad esempio per le persone a rischio). La Confederazione ha ordinato abbastanza vaccini per il 2022/23 da permettere a tutti di avere un booster supplementare. Se necessario, i cantoni potrebbero assicurare la logistica e le infrastrutture necessarie in un tempo ragionevole».
Anche la presidente della Task Force Covid-19 Tanja Stadler, interpellata dai giornali del gruppo Tamedia, lo ha confermato: «Qualora la situazione dovesse cambiare, è nell'interesse di tutti che le persone maggiormente a rischio ricevano in fretta una vaccinazione di richiamo». Stadler ha invitato anche a programmare il richiamo in anticipo, magari già in estate, in modo che la macchina organizzativa possa funzionare senza intoppi.