Come vivono i profughi in attesa del permesso S? La storia di Alessia, che aspetta un bambino ad agosto
In fuga da Kharkiv, ha trovato rifugio a Lugano e racconta la sua nuova vita. «Ora abbiamo bisogno di normalità»
LUGANO - La nuova vita di Alessia è iniziata dentro di lei, in realtà, prima ancora dello scoppio della guerra. A febbraio ha saputo di essere incinta, un momento «di grandissima gioia» racconta. Poi sono arrivate le sirene, le bombe: la sua città, Kharkiv, è diventata uno dei teatri più violenti della guerra in Ucraina. Assieme alla famiglia la 30enne è sfollata in campagna e ha iniziato il lungo viaggio verso la Svizzera.
«Per tutto il tempo mi sono come dimenticata di essere incinta, finché non sono arrivata qui». In un appartamento al quarto piano in via Besso a Lugano Alessia abbraccia il primogenito Timur, 10 anni. Dal balcone vede il monte Brè illuminato dal sole. Condivide con altre due donne e due bambini un'abitazione offerta da un'anziana luganese, che passa tutti i giorni a visitarli. «È veramente gentilissima, qui tutti sono estremamente gentili».
Anche la volontaria Milena Follini è venuta ad offrire aiuto. Ha portato dei buoni spesa acquistati dai sostenitori di "Kinder Hands", l'associazione che ha organizzato il trasferimento in Ticino di Alessia e di circa altri 200 profughi dallo scoppio del conflitto. «Per tutti abbiamo trovato una sistemazione, grazie alla generosità incredibile dimostrata dai ticinesi» spiega Follini. «Adesso stiamo creando contatti con le scuole, le strutture sanitarie e per il tempo libero, per ridare a queste persone una vita il più possibile normale».
Alessia ha 30 anni, di professione è medico ed è perfettamente consapevole dei rischi che lo choc della guerra ha comportato per la gravidanza. «In Ucraina ho interrotto il monitoraggio medico, gli ospedali erano fuori uso, per giorni interi durante la fuga non ho nemmeno dormito» racconta. «Solo una volta arrivata a Lugano ho potuto fare una visita ginecologica e ho saputo che il feto era in salute, e che è un maschio».
Nascerà ad agosto alla clinica Sant'Anna, dove Alessia è stata presa in carico dal dottor Roberto Conturso. «Sono grata del trattamento di alto livello che ho trovato, e che mio figlio possa beneficiare delle migliori cure in un paese efficiente e accogliente». Il futuro della famiglia «qui sarebbe senz'altro migliore, ma il nostro sogno è di poter tornare presto in patria e che torni la pace».
In Ucraina la casa di Alessia è stata distrutta dalle bombe, mentre il marito è impegnato nell'esercito nella regione di Leopoli. Si sentono su Skype «tutti i giorni quando possibile» e gli racconta la nuova vita. Timur gioca a calcio a Massagno, domani inizia la scuola a Breganzona. Nel weekend hanno fatto un giro in battello sul Ceresio. «Qui tutto è bellissimo e ordinato, c'è un clima fantastico». Nella video-chiamata con il marito si vede che a Leopoli nevica e la primavera sembra più lontana che mai. Alessia spera che «non gli accada niente e possa raggiungerci al più presto, in tempo per il parto».