La Conferenza dei municipali si oppone ai progetti portati avanti dal Cantone
LUGANO - No alla polizia unica. I dicasteri sicurezza dei Comuni del Luganese, riuniti nella Conferenza consultiva della Regione III, si oppongono a progetti di accorpamento tra i corpi Comunali e la Cantonale. Nel prendere posizione contro il controverso progetto - in un comunicato odierno - i municipali si schierano così al fianco dell'Associazione delle polizie comunali ticinesi, che aveva già espresso la sua contrarietà in passato.
La Conferenza - si legge in un comunicato odierno - si rammarica «della riattivazione delle discussioni e di possibili iniziative pilota». Alla polizia unica i Comuni del Luganese preferiscono «piuttosto una nuova e migliore ripartizione di competenze» tra gli agenti comunali e quelli cantonali.
Il Parlamento il mese scorso è tornato a discutere dell'argomento entrando nel merito di un'iniziativa generica proposta dal deputato Raoul Ghisletta (Ps) e sottoscritto da 16 granconsiglieri di tutti gli schieramenti. Il progetto pilota - che non piace alla Conferenza - è quello del posto di polizia misto di Biasca, lanciato l'anno scorso dai Municipi delle Tre Valli e dal Dipartimento delle istituzioni.
Nella Conferenza della Regione III, coordinata dalla Città di Lugano in quanto Comune-polo, c'è preoccupazione che «con una polizia unica vengano trascurati i compiti di prossimità», riassume la municipale luganese Karin Valenzano-Rossi. «Negli ultimi anni le polizie comunali hanno investito molto in formazione e infrastrutture, questa tendenza sembra misconoscere i nostri sforzi mentre vediamo che nelle Tre Valli si fa affidamento ad ausiliari non formati per i compiti di polizia. Non vorremmo che venisse svalutato il ruolo del personale formato».