Sequestrate 50 scatole di Kamargra in dogana. In Ticino il mercato nero degli induttori è fiorente. La testimonianza
Il farmacista cantonale: «Effetti collaterali non trascurabili». I controlli nelle farmacie hanno fatto emergere violazioni, ma il grosso del commercio oggi passa da internet
LUGANO - Quando parla del Kamagra, Pietro* fatica a non ridere. Tre giorni di fuoco, più di una partner. A 32 anni non aveva «assolutamente alcun bisogno» di aiutarsi con un farmaco. «L'ho fatto per curiosità» dice. «Non avevo idea di cosa mi aspettava».
Il consumo ludico di farmaci contro la disfunzione erettile è diffusissimo in Svizzera e in Ticino. Un sequestro risalente a giovedì scorso al valico di Chiasso - 50 scatole trasportate da una coppia di ritorno dalle vacanze in Serbia - ha riacceso i riflettori sul tema. L'anno scorso i sequestri di farmaci ai confini sono stati 7486, quello prima 9012: Viagra e affini sono in cima alla classifica, seguiti dai tranquillanti.
Pietro non rientra tra i destinatari. Assicura di aver fatto ricorso all'induttore di erezione «solo una volta». La spacconeria sparisce quando racconta gli effetti collaterali, in ordine di comparsa: dolori, forte sudorazione, disfunzioni erettili nei giorni successivi, dissenteria, mal di testa incessante. «Mi sono spaventato. Grazie tante, ma non fa per me».
Gli induttori a base di sildenafil (il principio del Viagra) sono sottoposti a obbligo di ricetta medica in Svizzera, e un motivo c'è. «Questi farmaci vengono prescritti unicamente a chi soffre di disfunzione erettile, un problema di salute diagnosticabile. Non certo a chi cerca solo un "aiutino" per divertirsi» spiega il farmacista cantonale Gian Maria Zanini. Ma le limitazioni vengono aggirate da un fiorente mercato nero. «Nei canali legali i prezzi sono più alti e le regole ferree» ricorda Zanini. Anche se «in passato non sono mancati casi di farmacie sanzionate per violazioni e vendita senza ricetta».
Oggi la maggior parte del commercio non autorizzato avviene su internet e tramite passaparola. Nei canali informali «le informazioni sanitarie non circolano» e il pericolo di infarti aumenta per le persone con problemi cardiaci, ricorda Zanini. «Per questo chi rivende questi medicamenti viene sanzionato per violazione alla legge sui medicinali e deferito al Ministero Pubblico».
È andata così anche per Pietro, che afferma di essersi procurato il farmaco da amici. «Conosco persone anche più giovani di me che ne fanno un uso abituale» dice. «Psicologicamente non riescono più a farne a meno». Il sequestro di giovedì, forse, porterà a un sano periodo di astinenza collettiva. Fino al prossimo carico.
* nome noto alla redazione