Due giovani condannati per la violenta aggressione di dicembre. Il sollievo di Yamira Malé, madre del giovane pestato.
«Chi si comporta in un determinato modo, poi deve assumersene le responsabilità. Abitiamo in un Paese pieno di opportunità. È davvero un peccato sprecare la propria vita così».
LOCARNO - «Mi sento sollevata. Per me, come mamma, quella di oggi è una vittoria». Yamira Malé è la madre del ragazzo di 18 anni picchiato da un branco nella zona della Rotonda di Locarno lo scorso dicembre. I due fratelli che hanno aggredito il giovane sono stati condannati a due anni e mezzo di detenzione e all'espulsione dalla Svizzera. La sentenza è stata comunicata in giornata dal giudice Siro Quadri. «Sono stati mesi traumatici per la mia famiglia. Però adesso possiamo dire che giustizia è stata fatta».
Il grande peso – Si è tolta un grande peso dallo stomaco, Yamira. E nel giorno in cui può lasciarsi alle spalle questa vicenda, desidera ringraziare tutti coloro che sono stati vicini alla sua famiglia. «Dalla polizia ai testimoni. E poi un grande grazie anche al papà di mio figlio, è stato davvero importante. Sappiamo che ci sono altri ragazzi che hanno partecipato al pestaggio. Alcuni di loro sono ancora liberi, perché non sono stati individuati. Non dimentichiamoci che in quel gruppo c'era gente incappucciata».
«Una sentenza che sia da esempio» – Tra le persone che facevano parte del branco, c'erano però anche dei minorenni. Che saranno giudicati in altra sede. «In ogni caso spero davvero che questa sentenza sia da esempio per tutti, affinché simili episodi di violenza non accadano più. Mio figlio quella sera del 4 dicembre è stato aggredito senza un vero motivo. Poteva esserci chiunque altro al suo posto».
«Non abbiamo paura di inseguire il giusto» – Ci mette la faccia, Yamira, giovane e coraggiosa mamma. «L'abbiamo fatto fin da subito. Non bisogna avere paura di inseguire il giusto. Se ci si nasconde, non si risolverà mai il problema della delinquenza. Certa gente deve capire che chi si comporta in un determinato modo, poi deve assumersene le responsabilità. Abitiamo in un Paese pieno di opportunità. È davvero un peccato sprecare la propria vita con la violenza».