Norman Gobbi, oggi ad Airolo per i primi festeggiamenti del 1° d’agosto, non ha risparmiato critiche contro Berna.
«Indebolire il valore della neutralità significa indebolire la Svizzera su tutti i piani», così il consigliere di Stato.
AIROLO - La neutralità, per la Svizzera, «è un valore guida». E «personalmente ritengo che i passi importanti compiuti dal nostro Consiglio federale in questo specifico quadro internazionale siano stati affrettati e pericolosamente in contrasto con il concetto elvetico di neutralità». È quanto ha dichiarato oggi ad Airolo il consigliere di Stato Norman Gobbi nel discorso da lui fatto in occasione dell'inizio dei festeggiamenti del primo d'agosto.
Al contrario, «per molti», ha continuato Gobbi, che sembrerebbe fare riferimento soprattutto al presidente Ignazio Cassis, «la neutralità va declinata caso per caso e può trovare un costante aggiornamento all’interno di un determinato contesto». «Indebolire il valore della neutralità», ha sottolineato in tutta risposta il consigliere di Stato, «significa indebolire la Svizzera su tutti i piani, anche su quello economico». La neutralità «rafforza la posizione della Svizzera nel contesto internazionale. La rende, come la storia ci dimostra, unica e rispettata».
Questo primo d'agosto, ha aggiunto Gobbi, «ci permette di riflettere sul significato della nostra neutralità non in maniera astratta – come spesso viene fatto durante questi discorsi celebrativi – ma in modo pertinente». Il leventinese si è poi detto favorevole «al lancio di un'iniziativa popolare per iscrivere nella nostra Costituzione il principio della neutralità integrale». Questo «permetterebbe agli svizzeri di discutere e di esprimersi su una materia – come dimostrano i fatti – non astratta, ma sostanziale. Svizzeri che a mio giudizio sono decisamente favorevoli alla neutralità e che giudicano negativamente quanto deciso nel campo delle sanzioni contro la Russia dal Consiglio federale».
«Condanniamo l’aggressione e l’aggressore. Questo è giusto farlo», ha specificato infine Gobbi. «Questo si deve fare. Si tratta però di riuscire a mantenere una libertà assoluta di fronte a un conflitto. Oltre a constatare che le sanzioni contro Mosca non hanno prodotto uno sconquasso all’interno di quel Paese, siamo proprio sicuri che questa sia la via da seguire per ricondurre alla ragione l’aggressore o che sia l’unica via da seguire?». «Permettetemi di avanzare più di un dubbio», ha concluso.