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CHIASSO«La cameriera mi ha detto no, e io le ho mostrato un coltello»

19.08.22 - 06:30
I retroscena dei fatti del 20 luglio in Via Volta raccontati dal diretto interessato: «Ho sbagliato. Basta alcol».
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«La cameriera mi ha detto no, e io le ho mostrato un coltello»
I retroscena dei fatti del 20 luglio in Via Volta raccontati dal diretto interessato: «Ho sbagliato. Basta alcol».
Il 21enne, dopo due giorni di prigione, avrebbe comunque denunciato la polizia: «Sono stato picchiato. Anche per questo ho chiesto ai passanti di filmare».

CHIASSO - È la sera del 20 luglio. A Chiasso, in Viale Volta, un giovane viene immobilizzato da alcuni agenti. Il ragazzo avrebbe minacciato con un coltello qualcuno all'interno di un locale. Il video del fermo diventa virale. E oggi quel 21enne ha deciso di raccontare la sua "verità" e di scusarsi pubblicamente. «Sono in Ticino da appena sei mesi (anche se va precisato che il ragazzo è svizzero, ndr). Non voglio più fare sbagli per colpa dell'alcol». 

La ragazza che dice stop – Mentre l'inchiesta è ancora in corso, il giovane ripercorre a modo suo i fatti di quella serata. «Mi trovavo al Mövenpick di Chiasso. Ero ubriaco e volevo un'altra birra. Ma la ragazza al bancone non voleva darmi più alcol da bere. Allora ho preso un coltello e l'ho minacciata. Poi però l'ho subito buttato per terra. Era un coltello del locale. Non mio. A quel punto ho preso un monopattino e mi sono diretto verso il bar Al Mancava, lì vicino».

Due giorni di prigione, poi la denuncia – Qualcuno, nel frattempo, allerta la polizia. «Dopo che mi hanno arrestato, mi sono fatto due giorni di galera. Appena mi hanno lasciato uscire, ho fatto una denuncia contro la polizia per come sono stato trattato».

«Giusto che io paghi» – Il giovane infatti sostiene di essere stato malmenato in maniera eccessivamente violenta dagli agenti vista la portata dei fatti. «Ho sbagliato ed è giusto che io paghi. Ma voglio giustizia anche per me. Sono davvero pentito per quello che ho fatto, credetemi. Vorrei avere un futuro». 

«Ho chiesto io di fare il video» – Il ragazzo si definisce disperato. «Soprattutto per quello che potrebbe succedermi. Spero di dovere pagare solo una sanzione. Se dovesse andare peggio, finirò in galera». Poi il 21enne spiega la questione del video. È stato lui a chiedere che un presente filmasse. «Mentre la polizia mi metteva in stato di fermo ho chiesto ai presenti di fare un video con il telefono, in modo che tutti potessero vedere quello che mi stavano facendo. Mi sono sentito trattato male». 

La famiglia che soffre – La famiglia del ragazzo è rimasta parecchio scossa dall'accaduto. «Ho deluso i miei famigliari – riprende il 21enne –. E mi scuso anche con loro. Il mio comportamento ha ferito i miei parenti. Hanno sofferto tanto quando hanno visto il video. Mi hanno detto che dovrò smettere di bere e mi impegnerò a farlo».

Le posizioni della polizia e del sindacato – Interpellato da Tio/20Minuti Nicolas Poncini, comandante della polizia di Chiasso, aveva definito "proporzionato" l'intervento di quella sera. Nello stesso articolo Giorgio Fonio, segretario del sindacato OCST funzionari di polizia, si era detto invece preoccupato per come la gente sia spesso pronta a contestare l'operato degli agenti.

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