Un genitore segnala la presenza di eternit alla Scuola dell'infanzia Dino 1 di Sonvico. Ma le analisi lo smentiscono.
SONVICO - «Non intendo mandare mio figlio in quella scuola!». Comincia così l'email che Antonio D'Amario, genitore di un bambino che dovrà frequentare la Scuola dell'infanzia Dino 1 di Sonvico, ha trasmesso alla redazione di Tio/20Minuti. La motivazione? L'eternit. A suo avviso alcuni manufatti presenti nella scuola potrebbero essere nocivi per la salute. «C'è un piccolo tetto in eternit in cattivo stato - scrive - infatti la pittura di contenimento è scrostata e il materiale è sbriciolato. Le ragnatele - aggiunge D'Amario - contengono anche frammenti di eternit».
Una situazione «assolutamente inaccettabile per soggetti ad alto rischio come i bambini» rimarca. «Addirittura è presente un vaso in eternit all'ingresso, proprio un bel biglietto da visita» dice spazientito. Solo che poi la direzione della scuola chiama una ditta specializzata e richiede un'analisi della struttura. Vengono prelevati dei campioni di materiale e portati in laboratorio. Risultato? Nessuna traccia di amianto nella tettoia del locale adibito a tank, come scrive la segreteria delle scuole Zona Monte Boglia allo stesso genitore in una email.
«Dopo analisi di laboratorio effettuate dallo specialista, non é stata riscontrata presenza di amianto nella tettoia in eternit del locale tank». Non é una contraddizione in termini (come fa a esserci del materiale eternit senza che vi sia amianto? ci si potrebbe chiedere) perché sul mercato esiste il fibrocemento ecologico: di qui probabilmente l'esito a "sorpresa" uscito dalle analisi. D'Amario però insiste: «dalla risposta ricevuta si tratta effettivamente di eternit, è in cattivo stato di manutenzione e questo si vede...però dalle analisi non c'è traccia di eternit. Mah, valuterò con mia moglie se trovare una alternativa».
Prende posizione anche il Servizio Sicurezza e Salute del Dicastero Consulenza e Gestione della Città di Lugano: «Non c'è presenza di amianto nella tettoia dell'edificio della Scuola dell'infanzia di Dino-Sonvico» ci scrivono.
Sul tema amianto in Ticino comunque c'è molta letteratura. E uno che l'ha passata al setaccio è sicuramente Nicola Solcà, coordinatore di ReteInfo amianto, in capo all'Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo del Cantone. «Come premessa generale diciamo che non è una sorpresa rinvenire materiali di questo genere usati così in maniera massiccia prima del 1990 - spiega - in generale con il fibro cemento l'amianto è inglobato fortemente nella matrice cementizia e quindi per un rilascio effettivamente ci vuole una ingerenza meccanica, per sfregamento o peggio ancora rottura. Solo in quel momento lì - rassicura - si liberano delle fibre nocive». Ovviamente non in quelle ecologiche.
Solcà riporta poi all'attenzione alcuni passaggi di uno studio realizzato nel 2005 dall'allora BUWAL (oggi Ufficio federale dell'ambiente), che offriva ulteriori piani di conoscenza alla questione: «Posso ad ogni modo segnalare in generale che, proprio sulla base di questo studio, nelle immediate vicinanze di lastre in fibrocemento con amianto (anche usurate) all’aperto (tetti, facciate) non sono risultate misurabili fibre di amianto nell’aria».