Luca Giampietro ha espresso tutta la sua preoccupazione per la staticità della politica riguardo al prezzo della benzina
Le perdite dei benzinai ticinesi vicino al confine hanno raggiunti picchi del 90%: «Il mercato è estremamente fragile e Berna non prende misure concrete».
BELLINZONA - Torna ad accendersi il dibattito attorno al prezzo della benzina. La proroga in Italia dello sconto sul prezzo del carburante fino al 5 ottobre ha rigettato nello sconforto un settore già in ginocchio. Interpellato questa sera da RadioTicino, il numero uno di City Carburoil Luca Giampietro, ha espresso tutta la sua apprensione. «Negli anni il nostro settore ha sempre vissuto di un traffico transfrontaliero importante. Ora non solo non disponiamo più di queste entrate, ma anche molti ticinesi, giustamente, preferiscono recarsi in Italia per fare il pieno di benzina».
La politica non si muove - A preoccupare soprattutto Luca Giampiero è la staticità della politica federale. La decisione di Berna di non togliere la tassa sulla benzina continua dunque a far discutere. «È una scelta che personalmente mi ha sorpreso. Non mi aspettavo un sostegno al settore dei benzinai. Siamo imprenditori e dobbiamo assumerci i rischi. Ciò che mi ha stupito è che la politica non sia andata in soccorso all'economia e al cittadino in difficoltà. Questi aumenti di prezzi ricadono sulle spalle della popolazione».
Il numero uno di City Carburoil critica in particolare le motivazioni espresse da Berna. «Il Consiglio Federale sostiene che gli svizzeri possano sopportare questi aumenti. Trovo che è un’affermazione che mette in dubbio l’oggettività della visione del governo svizzero», ha affermato Giampietro, senza nascondere la sua perplessità.
Pochi margini di manovra - L'imprenditore ha voluto chiarire un aspetto importante. «Noi acquistiamo e vendiamo un prodotto. Non estraiamo il petrolio e non ci occupiamo della sua lavorazione. I margini di manovra che esistono attualmente nel settore, dopo l'aumento delle quotazioni, purtroppo non ci appartengono».
I benzinai particolarmente colpiti dall’aumento del prezzo del petrolio si trovano lungo il confine con l’Italia. Una concorrenza che si sta rivelando insostenibile a causa della probabile estensione della sconto benzina fino addirittura all’inizio del 2023. «Nella fascia di confine le perdite variano tra il 70 e il 90%, a dipendenza dalle zone. Sono cifre enormi». Gli effetti iniziano a farsi sentire ora non solo vicino alla frontiera, ma anche fino al Bellinzonese, dove si registrano perdite del 30%.
Un futuro nebuloso - La prospettiva per il futuro non sembra rassicurare Giampietro. «Non siamo tranquilli e neppure fiduciosi. Sarà un inverno duro a tutti i livelli. Il mercato è estremamente fragile, la politica sembra immobile. Le raccomandazioni del consiglio federale si limitano ad alcuni consigli per ridurre il consumo energetico, come per esempio fare la doccia in due». La speranza è che in primavera la situazione internazionale possa ritrovare una certa calma e stabilità.