Sì del Gran Consiglio alla modifica della legge sull’apertura dei negozi. Il PS: «Non dobbiamo rincorrere l’Italia»
LUGANO - Estensione delle aperture domenicali (da tre a quattro) e dell'orario fino alle 19.00 nelle feste infrasettimanali non parificate alla domenica (e le domeniche che procedono il Natale). Aumentare il numero dei negozi che possono richiedere deroghe nelle località turistiche (da 200 a 400 metri quadrati di estensione). È questo il succo dell'iniziativa parlamentare del gruppo Plr (primo firmatario Alessandro Speziali) che chiede una modifica alla Legge sull'apertura dei negozi per dare «maggior margini di manovra e più libertà d'iniziativa al commercio». Una modifica di Legge che quest'oggi - al termine di un combattuto e lungo dibattito - è stata approvata a maggioranza dal Gran Consiglio (52 favorevoli, 31 contrari e 1 astenuto).
«Non è un obbligo, ma un’opportunità - ha commentato Speziali - non è niente di travolgente: il Ticino è una terra a vocazione turistica: dobbiamo ascoltarla». La discussione è stata lanciata da Andrea Censi (Lega), autore di rapporto di maggioranza che sosteneva in toto le proposte principali dell'atto parlamentare. «L’iniziativa riconosce un problema e dà una mano ai commercianti e ai lavoratori - ha precisato - chi vota contro lo fa per motivi ideologici». Dall'altra parte della barricata c'era invece il copresidente del Ps Fabrizio Sirica, che ha firmato il rapporto di minoranza in cui si opponeva a tutte e tre le modifiche sul tavolo. «È un cavallo di troia - ha ribattuto - nel dibattito manca il personale. I proprietari dei piccoli negozi sono scettici. Non dobbiamo rincorrere l’Italia: i problemi riguardano la diminuzione del potere d’acquisto e non gli orari d’apertura».
Dal canto suo, il consigliere Christian Vitta ha sottolineato come le proposte siano ammissibili e compatibili con la giurisdizione. «Con le parti sociali - ha sottolineato - è importante continuare il dialogo affinché si arrivi al rinnovo del contratto collettivo del settore». Il dibattito è stato lungo e si sono fronteggiate le diverse posizioni, fra favorevoli (Plr, Lega, Udc) e contrari (Ps, Verdi, Mps, Pc). Spaccati a metà, invece, il Centro, col parlamentare Caroni impegnato a presentare entrambe le idee dei suoi colleghi.