L'iniziativa è stata messa a punto dal Comune e dalle scuole medie
MENDRISIO - Si è insediato ufficialmente il primo Consiglio delle giovani e delle giovani alla presenza del Municipio. Dopo la positiva esperienza maturata con il Consiglio dei bambini, la Città ha voluto istituire, in collaborazione con le Scuole medie, un organo di rappresentanza anche per i giovani.
Gli alunni hanno ricevuto nella sala del Consiglio comunale i loro attestati di consigliere, firmati dalla vice Sindaca Francesca Luisoni, alla presenza del Consigliere di Stato e capo del Decs Manuele Bertoli. Il progetto avviato dal Dicastero politiche sociali e politiche di genere (Ufficio famiglie e giovani) in stretta collaborazione con il Dicastero istruzione, fa
di Mendrisio il primo comune pilota a livello svizzero.
In sinergia con la Scuola media
«Considerata l’esperienza positiva con la fascia dell’infanzia e considerata l’esperienza del centro giovani – scrive il Comune - dove molti ragazzi e molte ragazze trovano uno spazio di aggregazione e di espressione, la Città ha pensato di estendere l’esperienza del Consiglio agli e alle adolescenti che vivono ed esprimono altre esigenze, in relazione con la loro età e il loro percorso di crescita. La Città ha dunque coinvolto in questa riflessione la direzione della scuola e la risposta è stata di grande apertura e adesione. Questo dimostra come possa essere efficace la volontà di collaborazione da parte di enti istituzionali differenti e come si possano individuare risposte comuni per rafforzare l’attenzione verso l’universo dei giovani e delle giovani». Nelle classi seconde e terze si sono svolte le elezioni per designare i consiglieri che rimarranno in carica due anni.
Modello
Il progetto, nato a Fano nel maggio 1991, è stato ideato ed è tuttora coordinato da Francesco Tonucci. Il preciso intento politico è contribuire a promuovere un cambiamento di paradigma nel governo della città, assumendo la bambina e il bambino, al posto dell’adulto lavoratore auto-munito, come parametro di riferimento della qualità della vita sociale. La premessa teorica, che legittima questo cambio di prospettiva, risiede nella convinzione che la centratura sui bisogni di bambine e bambini assicuri agli abitanti una città sicura, inclusiva e garante delle diversità: uno spazio urbano che incrementi la qualità.