In Italia salgono i prezzi: sospiro di sollievo per le stazioni cantonali. Centonze, presidente ATSS: «In futuro carta sconto anche qui».
BELLINZONA - «C’è luce all’orizzonte». Dopo mesi difficili, le stazioni di servizio ticinesi possono ricominciare a sorridere e guardare al futuro prossimo con un cauto ottimismo. Se paragonati con quelli italiani, infatti, i prezzi della benzina tornano a essere convenienti nel nostro cantone.
Basta guardare gli ultimi dati aggiornati a questa mattina: nella provincia di Como, stando alle rilevazioni del Ministero delle Imprese, si può arrivare a pagare 2,23 euro al litro. Nei pressi della frontiera, con le ovvie differenze fra i singoli distributori, la cifra oscilla fra 1,88 e 1,82. Il discorso è simile nel Varesotto. Invece, consultando il radar del TCS, nelle pompe ticinesi a ridosso della dogana, per esempio a Vacallo, si può spendere anche 1,79 franchi al litro.
Insomma, si tratta di un ritorno alla normalità, almeno quella conosciuta prima del Covid, con il “pieno” più economico nel Cantone rispetto alle province italiane (discorso opposto, invece, per il diesel). Il motivo è la decisione del Governo della vicina penisola di cancellare il taglio delle accise carburanti imposto dal precedente esecutivo. Una scelta che sta sollevando oltre frontiera parecchie polemiche, non ultimo l’annuncio dello sciopero dei benzinai previsto per il 25 e il 26 gennaio.
Matteo Centonze, presidente dell'Associazione ticinese stazioni di servizio (ATSS), predica comunque calma: «Definire rosea la prospettiva futura è eccessivo - commenta - Si può dire che c’è luce all’orizzonte. Non bisogna però dimenticare un fatto: la Regione Lombardia ha sempre l’opzione della carta sconto benzina. Quindi, qualora dovesse crearsi un vantaggio competitivo in termini di prezzi per noi, di sicuro potrebbe essere riattivato quello strumento».
Il settore ha sofferto i due anni di pandemia e il conseguente crollo della mobilità. «Abbiamo potuto appoggiarci sullo strumento del lavoro ridotto - aggiunge Centonze - ma come comparto, altri aiuti straordinari non ne abbiamo avuti. In più è arrivata la crisi energetica e il taglio delle accise in Italia, una sorta di concorrenza non prevista perché non si trattava di una fluttuazione di mercato. È stata una decisione politica inaspettata che ci ha fortemente penalizzato».
Per avere un’idea dell’impatto, lo scorso anno, in Ticino, il volume degli affari si è dimezzato. Adesso l’auspicio è che si torni sempre più alla normalità, con i clienti ticinesi che continuino ad approvvigionarsi in loco, puntando magari anche sui frontalieri. «Per noi - conclude Centonze - Sarebbe molto utile avere uno strumento come la carta sconto benzina italiana. Abbiamo fatto, senza successo, vari appelli alla politica. Il rischio è che, alla prossima crisi, ci si trovi ancora impreparati».