Giovani in crisi in una società che non accetta più il fallimento e fugge dalla sofferenza. Ne abbiamo parlato con un'esperta.
Sara Fumagalli, direttrice sanitaria della Clinica Santa Croce, la più importante struttura psichiatrica privata riconosciuta dal Cantone: «Nel 2022 abbiamo avuto un aumento critico, ma il trend è in crescita almeno dal 2016».
ORSELINA - La salute psichica dei giovani è sempre più traballante. Le molteplici pressioni e crisi che bambini e adolescenti hanno dovuto affrontare negli ultimi anni hanno infatti provocato un vero e proprio boom di richieste d'aiuto. Emblematico, da questo punto di vista, il grido d'allarme lanciato da Pro Juventute che un paio di settimane fa aveva rivelato il raddoppio (nel 2022) delle consultazioni giornaliere per pensieri suicidi tra i giovani svizzeri rispetto a prima della pandemia. E il Ticino, ci aveva confermato il Direttore Ilario Lodi, non fa eccezione.
Gestire la "multicrisi" - Alimentato dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dalla crisi climatica, questo senso d'incertezza è andato a colpire i giovani in una fase particolarmente vulnerabile della loro vita. E molti di loro hanno ceduto. Proprio per aiutare i più fragili a superare il momento di difficoltà, a Orselina c'è la Clinica Santa Croce, la più importante struttura psichiatrica privata riconosciuta dal Cantone.
«Un trend iniziato anni fa» - Per fare un punto della situazione abbiamo sentito la direttrice sanitaria (e primaria) Sara Fumagalli che ci ha confermato l'aumento delle richieste d'aiuto da parte di giovani e giovanissimi. «Per quanto riguarda i ricoveri, come pure le segnalazioni, c'è stato indubbiamente un aumento critico nel 2022. Ma questa tendenza alla crescita la notiamo già da qualche anno. Il problema non è quindi sorto solo di recente, ma negli ultimi anni si è notevolmente acuito».
La fragilità dei giovani - Secondo Fumagalli il disagio tra i giovani è in crescita almeno dal 2016 e guerra e pandemia hanno solamente funto da accelerante in un processo che era già in atto precedentemente. «La generazione Z (ovvero quella il cui anno di nascita è compreso tra il 1997 e il 2012, ndr) è una generazione fragile. Una fragilità che naturalmente è stata messa ulteriormente a nudo dal Covid-19 e dalle incertezze causate dal conflitto in Ucraina».
«Il fallimento non è più accettato» - Una fragilità - quella che contraddistingue i giovani sopra i quattordici anni - che secondo la psichiatra è dovuta a una mancanza di «strumenti mentali sufficienti» per affrontare la complessità della società moderna. «Il malessere nasce da molteplici fattori socio-ambientali». Tra le maggiori problematiche vi sono quelle legate all'immagine e ai modelli di perfezione idealizzata che questa società tende a inculcare e a trasmettere. E quando il giovane si accorge che la realtà è un'altra e di non essere né perfetto né infallibile allora va in crisi. «Il grosso tema - sottolinea Fumagalli - è che i giovani d'oggi non hanno più gli strumenti per accettare il fallimento. E questa è una grossa disgrazia che vediamo ogni giorno».
Il ruolo della famiglia - In tutto questo gioca un ruolo preponderante anche la famiglia. «I genitori - spiega l'esperta - non allenano più il ragazzo ad accogliere il fallimento come qualcosa di plausibile nella propria vita. Spesso si passa il messaggio che il fallimento non può esistere. E questo crea un'enorme aspettativa nel ragazzo».
Fuggire dal dolore - Spesso i genitori agiscono in questo modo (e lo fanno naturalmente con i migliori propositi di questo mondo) per difendere i propri figli dalla sofferenza. «Siamo una società che tende a fuggire dal dolore», precisa Fumagalli. «Il genitore protegge il figlio, ma così facendo il ragazzo, crescendo, non avrà le basi e non sarà pronto per affrontare le grandi problematiche del mondo adulto. E ne resta travolto».
Grido d'aiuto - Un vero e proprio "tsunami" di emozioni a cui il ragazzo non sa far fronte correttamente. E per cui l'unica risposta è quella di agire. «Il dolore spesso viene affrontato tagliandosi, bevendo o assumendo sostanze stupefacenti. Un grido d'aiuto che serve a far conoscere la propria sofferenza e quindi a soffrire un po' di meno. Noi vediamo questo tipo di richieste spessissimo. Tanto che attualmente abbiamo una ventina di giovani ricoverati e una lunga lista d'attesa».
La Clinica - Fondata nel 1950, la Clinica Santa Croce è la più importante struttura psichiatrica privata riconosciuta dal Cantone. La numerosità dei casi trattati, oltre mille ogni anno, e l'ampiezza dello spettro delle patologie psichiatriche affrontate rende la Clinica di Orselina uno dei punti di riferimento per la psichiatria cantonale.