Centoquarantadue i voti a favore, un solo voto contrario.
ROMA - È stato approvato al Senato italiano il testo di ratifica dell'Accordo tra Svizzera e Italia sull'imposizione dei lavoratori transfrontalieri. 142 i voti a favore, un solo voto contrario (ma si è trattato di un errore) e un astenuto.
Il nuovo accordo, che dopo il via libera del Senato dovrà ora passare alla Camera, sostituirà quello precedente del 1974. L'approvazione, lo ricordiamo, era considerata quasi una formalità, poiché il testo godeva già dell'ok dalla commissione congiunta Esteri e Finanze del Senato.
Il vecchio accordo datato 1974 - Il nuovo accordo, che sostituirà quello precedente del 1974, era stato firmato dalle parti dopo anni di trattative il 23 dicembre 2020.
Dal lato svizzero, era stato approvato in via definitiva dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2021 e poi dal Nazionale il 1° marzo dello scorso anno, mentre nella vicina Penisola l'iter ha subito notevoli ritardi, anche a causa dei cambiamenti al governo.
«Le disposizioni prevedono innanzitutto il principio di reciprocità. A differenza del precedente accordo del 1974, che regola unicamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, il presente disciplina anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia», ha detto oggi in aula il relatore del provvedimento Stefano Borghesi (Lega).
Frontalieri nuovi e attuali - Grazie all'intesa - alla cui negoziazione hanno partecipato anche le autorità ticinesi, grigionesi e vallesane nonché le organizzazioni sindacali e l'Associazione Comuni italiani di frontiera - la Svizzera tratterrà l'80% (oggi poco più del 60%) dell'imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri che lavoreranno sul suo territorio.
Questa categoria sarà tassata in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata.
La tassazione dei frontalieri attuali - Alle persone che lavorano o hanno lavorato in Ticino, nei Grigioni e in Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo si applica invece un regime transitorio.
Essi, i cosiddetti frontalieri attuali, continueranno a essere tassati esclusivamente in Svizzera. La Confederazione verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte.
Il lavoratore frontaliere: colui che risiede entro 20 chilometri dalla frontiera - Sempre secondo l'accordo, in futuro il "lavoratore frontaliere" includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio.
Tale definizione si applica a tutti i frontalieri (nuovi e attuali) a partire dall'entrata in vigore dell'accordo.
Le dichiarazioni di alcuni senatori: Alfieri (PD) e Mancini (FdI) - In aula Alessandro Alfieri, senatore del Partito Democratico e uno dei sostenitori dell'accordo, ha ricordato l'importanza di un risultato raggiunto con la collaborazione di Matteo Bianchi (Lega Nord), a dimostrare «che quando si lavora per il territorio non esistono contrapposizioni di colore politico» e che oggi «si è scritta una bella pagina di politica».
La senatrice Paola Mancini di Fratelli d'Italia ha sottolineato l'importanza «della collaborazione amministrativa volta a prevedere la deducibilità dei contributi previdenziali» e ha fatto presente che si lavorerà per trovare un accordo sul fronte dello smart working per consentire «fino a un massimo del 40% di ore lavorative da espletare con questa formula».