Giornata mondiale dedicata a questo tema. Famiglie riunite alla Filanda. Su Piazza Ticino un grande messaggio di speranza.
MENDRISIO - «Aveva tre anni, mia figlia, quando le è stata diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Era il 2015. Abbiamo dovuto affrontare due anni di cure, di chemioterapia all'ospedale San Giovanni di Bellinzona». La testimonianza su Piazza Ticino è di Laura Pons che oggi fa parte del gruppo di genitori "Insieme con coraggio". Sua figlia ora sta bene. E mamma Laura ha deciso di mettere a disposizione di altri la sua esperienza personale. «Ai tempi in cui si è ammalata mia figlia non c'era un gruppo di sostegno e di confronto. Ora che c'è sono fiera di farne parte».
Il disorientamento – Incontriamo Laura alla Filanda di Mendrisio. Qui nel pomeriggio di mercoledì si sono svolte diverse attività di sensibilizzazione in occasione della giornata mondiale dedicata al tema del cancro infantile e adolescenziale. Laura ricorda i primi giorni dopo la diagnosi fatta a sua figlia. «Il disagio più grande all'inizio stava nel fatto di non sapere a chi chiedere aiuto. Dobbiamo ringraziare la Lega ticinese contro il cancro. Da lì abbiamo iniziato a conoscere anche altre associazioni che all'epoca erano un pochino nascoste».
Il dialogo tra genitori – Alba Masullo, direttrice della Lega ticinese contro il cancro, mette l'accento sul disorientamento delle famiglie che si ritrovano a dovere affrontare un percorso di malattia oncologica di un figlio. «Ci si sente in un frullatore. Il gruppo "Insieme con coraggio" è nato proprio perché esistevano tante associazioni, ma non un gruppo composto da genitori che stavano vivendo o avevano vissuto la stessa situazione. La giornata alla Filanda l'hanno proprio organizzata le famiglie. C'è tanto bisogno di lavorare in rete»
Troppa burocrazia – In Svizzera sono circa 350 i casi di cancro pediatrico o adolescenziale ogni anno. A volte ci sono problemi con le coperture dei costi da parte delle casse malati. Masullo replica: «È il medico che deve rivolgersi alle casse malati. Spesso per fare rimborsare i medicamenti c'è una trafila enorme da affrontare. Il medico deve pensare alla cura. Se deve passare ore e ore a riempire formulari spende male il suo tempo».
Dalle storie agli animali da terapia – Diverse le associazioni che hanno partecipato al pomeriggio della Filanda. Tutte danno una mano concreta e pratica alle famiglie di ragazzini malati. Alessandra Uccelli Walser, coordinatrice di "Insieme con coraggio" racconta: «Ci sono diverse postazioni. Si raccontano storie, si seguono atélier creativi. E c'è anche la possibilità di conoscere la PET-Therapy. Gli animali, in questo caso cani, possono avere un ruolo importante nel percorso di guarigione del paziente».
Fuori dal tunnel – Tidy Minghetti è un'altra donna che ha avuto un'esperienza dolorosa in famiglia. «Mia figlia si è ammalata circa 10 anni fa. All'epoca aveva 10 anni. Le venne diagnosticato un sarcoma alla gamba. In casa siamo stati costretti a rimboccarci le maniche. Non c'erano alternative per uscire dal tunnel. A quei tempi non esisteva una rete di genitori. Né qui, né in Italia dove vivevo. È qualcosa che fa davvero la differenza».
Il grande cambiamento – «Sicuramente – riprende Laura Pons – oggi c'è molta più possibilità di confronto con altre famiglie. Il nostro gruppo fa anche volontariato nei reparti oncologici ospedalieri. Sono momenti arricchenti per noi e per chi incontriamo. I malati e le famiglie si sentono capiti».
Un segnale di positività – «Da una giornata come quella della Filanda – sostiene Uccelli Walser – si possono ricavare solidarietà, collaborazione e speranza. Vogliamo trasmettere un segnale di positività, nonostante le difficoltà che ci sono». «Anche dai momenti difficili possiamo trarre il meglio», conclude Alba Masullo.