Le patologie respiratorie tornano a colpire i ticinesi. E i carnevali ci hanno messo lo zampino. Ne abbiamo parlato con Federico Tamò.
Intanto da una settimana all'altra sono (quasi) raddoppiate le persone ricoverate in isolamento per Covid-19 negli ospedali.
BELLINZONA - Nasi che colano. Febbre. Dolori muscolari. Tosse e catarro. Le patologie respiratorie invernali sono tornate a colpire (in maniera decisa) i ticinesi. E anche le persone ricoverate in isolamento per Covid-19 in ospedale - secondo i dati riportati dal consueto bollettino diramato mercoledì dall’Ufficio del medico cantonale - sono quasi raddoppiate nell’ultima settimana, passando da 35 a 64. «Dopo il picco di fine dicembre c’è stato un periodo più calmo, ma da un paio di settimane si nota effettivamente una ripresa di queste patologie», precisa il portavoce dei farmacisti Federico Tamò.
Influenza e Covid-19 tornano quindi prepotentemente in auge, sospinti anche dai bagordi carnascialeschi che hanno impazzato nella Svizzera italiana in queste settimane. «I carnevali hanno certamente favorito il diffondersi di queste malattie, ma non sono l’unica causa. Lo stesso ruolo - precisa Tamò - lo gioca qualsiasi manifestazione pubblica, specialmente in ambienti chiusi, nei quali c’è vicinanza e i contatti sono stretti».
Una seconda ondata di patologie respiratorie invernali - siano esse influenza o Covid-19 - è quindi iniziata, come ben dimostrato (anche) dalla richiesta di medicamenti nelle farmacie. «Sì, abbiamo constatato l’aumento», conferma Tamò. «Siamo infatti alla fine del periodo di "tregua" dopo il primo picco influenzale, con l'inizio del secondo picco che coincide purtroppo con il periodo carnascialesco».