Il comico italiano ha apprezzato in particolar modo l'omaggio caloroso del pubblico ticinese allo spettacolo dello scorso gennaio
Che avesse fatto il sold out alla Corner Arena con tanto di standing ovation, lo avevamo riferito lo scorso 26 gennaio recensendo “Amore+Iva”,lo spettacolo che Checco Zalone portò in Ticino. Ma che di quella serata conserva un ricordo di forte appagamento personale dovuta alla calorosa partecipazione del pubblico, lo apprendiamo solo oggi da una intervista pubblicata sul Corriere della Sera. Alla domanda dove il suo ultimo spettacolo avesse ottenuto più successo, il comico italiano ha risposto «in Svizzera». «A Lugano e a Zurigo mi sentivo Michael Jackson. A Ginevra li ho fatti morire dal ridere sull’assenza del bidet, ho lanciato un appello al sindaco perché riconverta la grande fontana, il Jet d’Eau, in bidet per italiani all’estero».
La spiegazione di un maggiore successo nelle città del nord rispetto a quelle del sud viene spiegato da Checco Zalone col fatto che “il pubblico del Nord è un coacervo, c’è di tutto. È pieno di terroni civilizzati».
Dall’intervista emergono aspetti poco noti dell’attore e perlomeno curiosi, come ad esempio la difficoltà a dormire per colpa dell’ansia. «Ho l’ansia di deludere, di fallire. Così mi aiuto con le pillole. Ansioso come me c’è solo Fiorello, Amadeus invece è così calmo... Durante la lavorazione di “Tolo Tolo” ho provato pure lo Xanax. Una volta all’Arena di Verona, mentre aspettavo di salire in scena per promuovere “Sole a catinelle”, stavo piangendo per la tensione. Arriva Gianni Morandi, che conduceva la serata, mi accarezza, mi tranquillizza: “Che vuoi che sia?”. Un grandissimo. Del resto se arrivi a 75 anni, dopo 70 anni di carriera, vuol dire che hai qualcosa dentro. E la gente lo sente».
L’attore ha poi toccato un aspetto cruciale della sua comicità, su cosa si puo’ dire, su ciò che non puo’ essere detto, sul politically correct. «Oggi il problema è che si può dire tutto; anche troppo. Si dà voce a chi non lo merita. Ognuno è libero di sparare le sue nullate, di ferire, di offendere, senza conseguenze. Il male del secolo è il narcisismo. E il nostro specchio di Narciso è il telefonino. Sto cominciando a pensare a un film, e il tema sarà questo: il narcisismo di massa».