Storia di L.T., 24 anni: la vita di un senza lavoro nella opulenta terra ticinese.
CHIASSO - Più di 150 curriculum inviati, decine di risposte appartenenti alla categoria del "Le faremo sapere" e altrettante della sezione "la scelta è ricaduta su altri candidati".
Una vita da disoccupato e 300 franchi (per il primo mese) come stagista lavorando al 100 - Al netto di scoramenti, giornate trascorse nel più profondo stato di prostrazione e fievoli moti di speranze che cercano di aprirsi un varco nell'animo afflitto di un "senzalavoro", questa è la vita difficile di chi cerca un'occupazione nella opulenta terra ticinese.
«Opulenta? Ma dove? Ho lavorato il primo mese con un incentivo di 300 franchi come stagista al 100 presso una fiduciaria» risponde L.C., 24 anni, un diploma da impiegato di commercio.
Solo contratti a termine - Il suo calvario - tutt'ora in essere - comincia appena terminati gli studi. Piccole occupazioni a termine intervallate da periodi in assistenza. Poi l'ultimo "contrattino" finito nel febbraio del 2022.
«Nove mesi complessivi in stage in assistenza tramite il progetto Mosale - racconta - inizialmente ti ripeto mi davano 300 franchi, lavorando al 100. Poi sono passato a 600 franchi. Mi occupavo di pratiche amministrative e svolgevo tutte le mansioni di un impiegato di commercio. Speravo di continuare a lavorare, ma dopo i primi sei mesi di stage, quando speravo in un contratto di assunzione, mi propongono altri tre mesi di proroga: io ovviamente accetto, nella speranza che alla fine di quell'ulteriore periodo mi avrebbero preso. E invece...».
I dissapori con gli altri stagisti e le prime avvisaglie della conclusione del rapporto - Invece? «Eh, nel periodo di proroga dello stage accade che prendono altri due stagisti - racconta L. - e la cosa un po' mi aveva demotivato perché ho avuto come la sensazione che preparassero il terreno per la mia uscita. Mi hanno dato il compito di aiutarli e fargli vedere un po' il lavoro, supportandoli anche e affiancandoli nelle loro attività. Con uno di loro sono sorti dei diverbi e un giorno dopo che mi aveva risposto in modo un po' irriguardoso l'ho rimproverato. Qualcuno ha cominciato a storcere il naso e ad avere un atteggiamento nei miei confronti un poco ostile con frasi del tipo "a te ti metto via"».
Le assenze dal lavoro - L. un po' nello sconforto si assenta ogni tanto dal lavoro. «Sì, ma avrò fatto due settimane di assenza su nove mesi di lavoro e ovviamente non in maniera continuativa».
La comunicazione di interruzione del contratto di stage - Così l'ultimo giorno di stage viene chiamato dal responsabile del personale: quell'incontro segnerà la fine del rapporto di lavoro. «Vediamo che arrivi da lontano e fai fatica a presentarti al lavoro, per questo non possiamo tenerti» è la frase che si sente rivolgere. L. smentisce quelle affermazioni. «Non sono fondate, la verità è che si tende a prendere le persone in stage e cambiarle ogni volta per risparmiare sulle assunzioni: tanto le stesse mansioni le svolge uno stagista. Sono pochi quelli che riescono ad entrare».
Di nuovo a inviare curriculum e le classiche risposte di diniego: quando la disoccupazione corre sul filo di una frase - Dopo la fine di quel lavoro, L. torna a quello davanti al suo computer: curriculum da aggiornare e indirizzi email di società dove farlo recapitare. «Le faremo sapere», «Purtroppo la scelta è ricaduta su un altro candidato con i requisiti richiesti», «Pur apprezzando le qualità professionali indicate nel suo curriculum, siamo alla ricerca di qualcuno con più esperienza», sono solo alcune delle frasi che si sente ripetere e che nelle giornate trascorse a cercare lavoro risuonano nella sua testa.
Diversi appuntamenti e nessuna conclusione: «Perché un giovane non deve avere diritto a un lavoro?» - Appuntamenti a Bellinzona, Cadenazzo, Giubiasco, ma niente, le candidature non vanno a segno.
«Ho fatto un colloquio due settimane fa anche a Stabio, ci speravo, e invece anche quello non è andato in porto. Mi sento inutile e senza un senso. Perché un giovane non deve avere diritto a un lavoro?».
Certi stipendi ticinesi: «Mio fratello, aiuto pittore presso un ente comunale, a 2500 franchi al mese, lavorando al 100» - Con gli amici il discorso cade spesso sulle difficoltà che la vita pone sul cammino di chi si affaccia al mondo del lavoro: ma L. critica aspramente coloro che dicono che il Ticino è il posto dove si trova facilmente lavoro e si viene anche ben pagati.
«Mio fratello, aiuto pittore presso un ente comunale, lavora al 100 e prende 2500 franchi» dice con un sorriso beffardo. «Alcuni miei amici con la mia stessa specializzazione prendono 3000 franchi. Ma di cosa stiamo parlando?».
In piena soglia di povertà - Di piena soglia di povertà, gli verrebbe da dire, e in fondo far fare capolino a questo pensiero non è poi così errato: perché in Svizzera chi vive al di sotto dei 4300 franchi è considerato povero.
La via d'uscita alla precarietà economica della Svizzera interna: «Ma sarà poi così vero? Operaio in fabbrica a Zurigo a 4200 franchi al mese» - Ecco spiegata - anche attraverso questo ennesimo racconto di disoccupazione giovanile - la fuga verso altri cantoni: «L'altro giorno ho ricevuto la telefonata di un mio zio che sta nella Svizzera tedesca. Mi dice che un posto in fabbrica vale 4.200 franchi. Ovviamente meglio dei 3200 ticinesi. Ma viene da chiedersi se qualcuno lo sa che con questi soldi in Svizzera non si vive? Lo sa?». La risposta probabilmente non è proprio del tutto affermativa.
- I disoccupati iscritti agli Uffici regionali di collocamento (URC) sono 4098 (ultima rilevazione Marzo 2023 - Dati dell'Ufficio di statistica)
- Il tasso di disoccupazione in Ticino è del 2,5% (nel resto della Svizzera si attesta al 2%)
- 8.168 sono le persone in cerca di un impiego
- In Ticino sono occupati 241.210 lavoratori: il 46% è rappresentato da svizzeri, il 31,6% da frontalieri (Permesso G) e il 14,2% da domiciliati (Permesso C).
- I lavoratori di nazionalità straniera rappresentano il 53,4% della forza lavoro complessiva ticinese.
- Il salario mensile medio (per il settore privato) è di 5'203 franchi, quello del settore pubblico è pari a 5'481 franchi. Il salario medio delle lavoratrici ammonta a 4'718 franchi.