La protesta è organizzata dal collettivo R-esistiamo che ritiene che agenti di polizia e sicurezza usino violenza contro le persone accolte
CHIASSO - Contro il razzismo e la violenza. Il collettivo R-esistiamo organizza sabato pomeriggio una manifestazione che si terrà davanti al centro federale richiedenti asilo a Chiasso in Via Motta 1a a partire dalle 14.
Lo scopo è denunciare quanto starebbe avvenendo all'interno delle mura della struttura. Il collettivo accusa in particolare agenti di sicurezza e di polizia di usare violenza contro le persone che vi sono state accolte.
In un comunicato diramato giovedì, il collettivo scrive: «La segreteria di stato per la migrazione (SEM) è responsabile della sicurezza e del rispetto dei diritti umani nei Centri Federali d’Asilo (CFA). La SEM ha affidato le attività legate alla sicurezza nei CFA a due aziende private, la Securitas SA e la Protectas SA. "La polizia protegge l’incolumità delle persone" secondo l’art. 1 legge sulla polizia (LPol). Questo è uno dei compiti che la legge le delega».
Nonostante ciò, si legge ancora nel comunicato, «nei Centri Federali d’Asilo (CFA), l’incolumità delle persone alloggiate viene costantemente violata. Sono all’ordine del giorno pestaggi, isolamenti nelle stanze di contenimento, violenze psicologiche con privazioni dei bisogni più elementari, messi in atto da agenti di cosiddetta sicurezza. E quando la polizia interviene rincara la dose. Sì, perché la polizia interviene su chiamata dei securini, gli unici a essere ascoltati e gli unici che possono continuare a pestare».
Il collettivo invita quindi la popolazione a partecipare a una manifestazione per chiedere che le persone che vivono nel centro vengano trattate con maggiore dignità e che la Sem intervenga per tutelare la loro sicurezza.
«Nel centro federale di Chiasso in Via Motta 1A sono rinchiusi tuttora i cosiddetti pericolosi, in particolare nordafricani, per i quali esiste il pregiudizio che siano appunto più infidi per il solo fatto di arrivare da quella zona del mondo; e con queste motivazioni viene dato ampio potere a securini e polizia di intervenire con violenza».
«Sono esseri umani che scappano da povertà, carestie, guerre, dittature, oppressioni neocolonialiste, persecuzioni di vario tipo e credono di arrivare in Svizzera e trovare protezione. Invece ancora devono subire violenze cui non possono nemmeno ribellarsi e denunciare, perché la loro voce non viene ascoltata da nessuno, nemmeno da chi dovrebbe proteggere la loro incolumità».