Viviana Varisto, presidente VPOD-OSC: «Basta compiti sempre più onerosi e complessi senza risorse!»
BELLINZONA - Condizioni di lavoro, qualità delle prestazioni erogate agli utenti (sia giovani che adulti), salario. Si è discusso di questo e molto altro al comitato VPOD dell'Organizzazione socio-psichiatrica cantonale riunitosi in assemblea qualche giorno fa: e il bilancio di questo incontro non è stato proprio confortante. Ancora una volta è emerso il nodo critico più volte denunciato, quello che ha a che fare con il grado della prestazione offerta: «Non riusciamo più a rispondere ai bisogni con un servizio di qualità» dice Viviana Varisto, presidente del VPOD-OSC.
«Non possiamo che non constatare che il settore sociosanitario, negli ultimi anni, è stato messo in coda alle preoccupazioni da parte dei nostri politici. Siamo stanchi di mediare, di abbassare la testa, di accettare le briciole e continuare a lavorare in un settore dove i nostri compiti si fanno vieppiù onerosi e complessi e dove ci viene richiesto di affrontare tali situazioni senza le risorse necessarie!».
Il settore sanitario e sociale è un campo molto difficile e delicato, «la sofferenza delle persone di cui ci occupiamo - argomenta Varisto - è manifesta, ma la nostra sofferenza rispetto al fatto che non riusciamo più rispondere ai bisogni con un servizio di qualità, come dovrebbe essere nel nostro Cantone, non sembra interessare. Ci viene richiesto di correre, ottimizzare il tempo, essere elastici e di saper rispondere a ogni esigenza diurna e notturna - fa l'elenco di alcune di queste richieste - e non dimentichiamo inoltre l’aumento della burocrazia, che erode gran parte di questo preziosissimo tempo, che tra l’altro non è mai diminuito dalle 42 ore settimanali, nonostante la nostra richiesta, espressa ormai da diversi anni».
E ricorda che «noi ci mettiamo impegno e tutta la nostra volontà, ma anche i politici devono fare la loro parte». Poi arriva al punto che considera da tempo - nonostante gli appelli - ignorato: «La carenza di personale, sia presso le strutture stazionarie a Mendrisio, sia nei servizi sul territorio è manifestamente evidente e non permette una presa a carico adeguata delle crescenti necessità. La recente pianificazione adottata dal Gran Consiglio ha riconosciuto, almeno in parte, alcuni problemi, ma la messa in atto di quanto deciso non è ancora avvenuta».
Come se ciò non bastasse, «il Consiglio di Stato ha deciso di sostituire solo parzialmente il personale dimissionario, di non riconoscere gli evidenti ritardi salariali, denunciati da anni, nonché di ridurre drasticamente i livelli delle rendite pensionistiche, per le quali da anni il personale paga contributi importanti. Se non interverranno urgenti modifiche - avverte - si correrà il rischio che altro personale lasci lo Stato, peggiorando ulteriormente la situazione, in quanto non è possibile trovare sostituzioni con un’adeguata formazione e esperienza. E nemmeno la rinuncia, da parte del Governo, dell’assurda norma di sostituire i partenti solo nella misura dell’80% potrebbe bastare».
Così il comitato VPOD-OSC rivolge l'ennesimo appello urgente al Consiglio di Stato, al Gran Consiglio e alle forse politiche in generale, «affinché rinuncino alla messa in atto dei peggioramenti prospettati e prendano rapidamente adeguati provvedimenti per migliorare le condizioni di lavoro e la qualità delle prestazioni».
Ma se l'appello cadrà nel vuoto? «Da parte nostra - ammonisce - se non interverranno urgenti miglioramenti, metteremo in atto ogni forma di protesta, la cui responsabilità potrà essere accollata unicamente alle forze politiche, in primo luogo al Consiglio di stato».