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CANTONE«I social ci stanno facendo perdere il contatto con la realtà»

23.06.23 - 06:30
L'esperto sul caso della 13enne di Pregassona: «Siamo confrontati con un crescente disagio giovanile, che si manifesta con l'aggressività»
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«I social ci stanno facendo perdere il contatto con la realtà»
L'esperto sul caso della 13enne di Pregassona: «Siamo confrontati con un crescente disagio giovanile, che si manifesta con l'aggressività»

LUGANO - Dietro al caso della 13enne di Pregassona si scorge una dimensione di impotenza, fragilità, probabilmente anche di solitudine. Dall'altra parte c'è il branco e quel comportamento prevaricatore tipico del bullismo. Una dimensione dunque complessa, ma quantomai d'attualità, sulla quale abbiamo chiesto l’opinione di un esperto, lo psichiatra Michele Mattia. 

«In generale siamo di fronte a un crescente disagio giovanile, che spesso emerge attraverso la prevaricazione. Massimo Recalcati, psichiatra italiano, identifica due grosse aree: una neo-libertina, una neo-melanconica. Nella prima ci troviamo all’interno di una società che perde la propria vera identità, sostituendola con un’identità mediata dai social, molto frammentata. Qui, ciò che si realizza all’interno dei social diventa più importante della vita reale. In questa dimensione matura il rifiuto della legge e così anche l’aggressività del branco. C’è poi l’altra faccia della medaglia, quella legata a una dimensione della melancolia. Questa sembra appartenere all’adolescente che nel video appare come totalmente congelata, attonita. Sembra non vedere più nessuna possibilità di reazione, precipitata com'è in uno stato di profonda rassegnazione, propria della solitudine». 

Centrale in questa storia è il video, diventato virale, e che sembra una componente essenziale del modus operandi del branco.
«Perché è solo attraverso questo che la realtà assume significato. È il paradosso odierno. La tecnologia oggi crea un’iperbole della realtà amplificandola drammaticamente. Il cyberbullismo rientra in questa dimensione, allargandone i confini. Questa forma di esaltazione del gruppo, del branco, si alimenta con la proiezione delle proprie gesta nella rete. Un esempio di cui si sta parlando molto in questi giorni è quello dei "Borderline", gli youtuber protagonisti di un tragico mortale in auto. I loro video sono tutti caratterizzati da una totale esaltazione ed euforia, dalla ricerca di gratificazione, ma senza pensare alle conseguenze. Viene a mancare, in sostanza, il contatto con la realtà. Non esiste più il soggetto con un’anima, ma solo oggetti di un grande gioco. Con i Borderline l’impatto con la realtà è costato la vita a un bambino».

Da una parte l’esaltazione, dall’altra il baratro in cui è gettata la protagonista, con i potenziali risvolti che situazioni di questo tipo possono generare.
«Un timore, questo, che dobbiamo prendere sul serio. Ricordo la vicenda di Carolina Picchio, che nel 2013 si tolse la vita, a 14 anni, dopo la diffusione sul web di un video a sfondo sessuale. Situazioni di questo tipo possono lasciare cicatrici a livello psicologico e anche psichiatrico. C’è il senso dell'umiliazione, la profonda frustrazione. C'è la perdita completa della fiducia, lo stato depressivo della vergogna, il timore di uscire di casa ed essere giudicati, additati, aggrediti. Tutto ciò genera un senso profondo di frammentazione della propria sicurezza».

In tutte queste dinamiche emerge una sorta di colpevolezza dei social.
«Stanno togliendo di fatto quello che è il confronto con la "realtà reale", come se la stessero annullando. E non ce ne stiamo accorgendo. Oggi abbiamo accesso a qualsiasi tipo di contenuto. Passano parole terribili, violenza, pornografia. Tutto ciò va a modificare anche la nostro istintualità. E attraverso questi canali passa anche buona parte dell’educazione alla diseducazione. C’è l’imitazione dei pari, giovani che per avere un rinforzo del proprio narcisismo diventano bulli del branco e spingono gli altri a seguirli. Chi non segue viene prevaricato. La società odierna ha messo in evidenza la dimensione aggressiva dell'uomo. E la pandemia ha dato una mano in questo senso, nei giovani in modo particolare». 

 

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COMMENTI
 

Voilà 1 anno fa su tio
Oggi finalmente c'è una presa di coscienza sulle conseguenze del bullismo, presente in tutti gli ambiti, anche nello sport. Ma la presa di coscienza non basta, serve agire in fretta con prevenzione e repressione.

Voilà 1 anno fa su tio
Per il suicidio della ragazza l'unico maggiorenne coinvolto è stato condannato a 16 mesi con la condizionale... E a quanto sembra non si è nemmeno pentito.

Zwieback 1 anno fa su tio
per mia figlia ho risolto senza specialisti..... ha funzionato!

Anna 74 1 anno fa su tio
parole parole al vento ma il bullismo x chi la subito e chi lo subisce ora non è per niente bello e ti restano bruttissimi ricordi

matias13 1 anno fa su tio
Metodo Rodrigo Duterte....e tutto si risolve in breve tempo!

Porzarama 1 anno fa su tio
Che belle espressioni! Che restano tali sulla “carta” AGIRE!

Pensopositivo 1 anno fa su tio
E i genitori hanno perso il contatto con i loro figli adolescenti e cosí diventa difficile aiutarli...

matias13 1 anno fa su tio
Risposta a Pensopositivo
Metodo Rodrigo Duterte per genitori e figli....e tutto si risolve in breve tempo
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