Fluidità di genere trattata a scuola: Giuseppe Cotti, vice sindaco di Locarno, ci va giù pesante. E critica le autorità cantonali.
LOCARNO - Ancora scintille sull'agenda creata dal DSS-DECS che tratta anche il tema della fluidità di genere. Dopo l'intervista ad Arianna Lucia Vassere, membra del coordinamento dell'Associazione LGBTQIA+ Imbarco Immediato, prende posizione Giuseppe Cotti (Il Centro), vice sindaco di Locarno. «Sono perplesso – sostiene –. All'interno dell'agenda un argomento delicatissimo come la diversità di genere viene banalizzato e usato come strumento di una battaglia ideologica importata dal mondo anglosassone».
«Posizioni estreme» – L'agenda è destinata agli allievi di quinta elementare e delle scuole medie. Cotti, che come il consigliere nazionale Lorenzo Quadri si è espresso anche sui social, non vuole sentire parlare di inclusione. È una tematica che trova fuori luogo in una circostanza come questa. «Non stiamo parlando di una campagna per il rispetto dei diritti delle minoranze, sulla quale mi troverei d'accordo. Siamo di fronte a una fuga in avanti politica, su un tema estremamente divisivo, perfino all’interno dello stesso movimento LGBTQIA+: il riconoscimento del terzo sesso da parte dello Stato. La nuova edizione dell’agenda scolastica propaganda in nome dello Stato, presentandole come fossero dati acquisiti, quelle che in realtà sono le rivendicazioni di una minoranza. Posizioni estreme, in contrasto con le verità scientifiche».
Le pagine "sotto accusa" – All'interno dell'agenda c'è un'illustrazione che ritrae una giovane. Accompagnata da un testo. "Nessuno sembra capirmi. Io per prima. A volte mi sento ragazza, a volte invece mi sembra di riconoscermi in un maschio. Non si tratta di una cosa superficiale o momentanea. Ma di qualcosa che mi sconvolge nel profondo e che mi interroga costantemente. Al contempo è qualcosa che sento fare parte di me e che mi appartiene". Poi spunta un'altra persona. Ed ecco un altro testo. "Guarda quella tipa come è... fluida. Io non giudico le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere. Trovo che ognuno abbia il diritto di cercare di essere la persona che sente. Non è facile per nessuno, perché allora non aiutarsi a vicenda? Ora le chiedo se le va di uscire".
«Un confine labile» – Il vicesindaco di Locarno ci va giù pesante. «In Svizzera la scuola è un ambiente inclusivo e rispettoso, costruito per il benessere e la crescita di ogni allieva e ogni allievo. Non dobbiamo però mai dimenticare il confine molto labile che divide l’educazione dall'indottrinamento. E dobbiamo considerare anche le preoccupazioni dei genitori, in merito agli argomenti trattati in classe. Se è vero che molte famiglie oggi sono in crisi, non per questo la scuola deve arrogarsi il diritto di assumere il loro ruolo».
L'appello – Chiusura con una riflessione rivolta allo Stato. «Come genitore, prima ancora che come municipale, ho un messaggio per le autorità cantonali. Per favore, rivedete l’approccio che avete scelto per questa agenda: fate in modo che i suoi contenuti siano rispettosi dei valori democratici e della separazione fra i ruoli educativi: quello dei docenti e quello dei genitori. Fatelo, in gioco c’è il benessere e lo sviluppo armonioso delle nostre figlie e dei nostri figli». La polemica, insomma, sembra solo agli inizi.