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CANTONE«Troppe donne scappano dalle nostre bancarelle»

17.01.24 - 07:30
Tumore al seno: la sensibilizzazione non basta mai. E così il dottor Francesco Meani chiede una mano all'HCL e alla Lega Contro il cancro.
Depositphotos
«Troppe donne scappano dalle nostre bancarelle»
Tumore al seno: la sensibilizzazione non basta mai. E così il dottor Francesco Meani chiede una mano all'HCL e alla Lega Contro il cancro.

LUGANO - Ma che ci fanno i giocatori del Lugano hockey con un logo che spinge la prevenzione contro il cancro al seno? L'idea, che sarà concretizzata sabato 20 gennaio alla Corner Arena, è nata dalla mente di Francesco Meani, responsabile del Centro di Senologia della Clinica Moncucco di Lugano. Un modo per parlare di questo problema al di fuori del classico mese di ottobre. «Perché – spiega – è importante tenere sempre alta l'attenzione. Sul ghiaccio ci saranno anche i rappresentanti della Lega Ticinese Contro il Cancro». 

D'accordo. È importante. Però così non si rischia di creare una società della paranoia?
«Il tumore al seno colpisce una donna su otto. Più del 10% delle donne, dunque. È molto presente. Non si tratta di diffondere paranoia. Semmai consapevolezza. Se lo si trova in tempo, nel 90% dei casi si guarisce. Nella maggior parte delle circostanze le donne scoprono di essere malate grazie all'autodiagnosi».

L'autodiagnosi si fa toccandosi i seni. Per alcune persone è ancora tabù. 
«È una parte del corpo come un'altra. Certo che se una donna si tocca il seno per la prima volta cercando un tumore andrà in ansia. Perché il seno è un organo irregolare, per natura, fatto di noduli. E i noduli spaventano».  

Qual è il suo consiglio?
«Iniziare a fare l'autopalpazione toccando semplicemente il proprio seno cantando sotto la doccia. E nella consapevolezza che nel 90% dei casi quello che si immagina possa essere un tumore è invece qualcosa di innocuo. Ad esempio un nodulo benigno. O una ciste. Il seno è fatto di ghiandole, non è mai perfettamente uguale da una settimana all'altra».

Proprio per questo non c'è il pericolo di andare in panico per nulla?
«Forse all'inizio. Ma quando una donna entra in confidenza con il suo seno, riesce anche a distinguere i campanelli d'allarme dalle irregolarità normali».

Ogni quanto andrebbe fatta l'autodiagnosi?
«Dovrebbe diventare un gesto inconscio quasi quotidiano, mentre ci si lava, senza preoccuparsi troppo di quello che si sta facendo. Funziona benissimo anche cosi, limita l’ansia e permette di anticipare situazioni spiacevoli. E di avere confidenza col proprio corpo. A volte ci si ritrova ad avere a che fare con un tumore quando è tardi. E poi non si sa più dove sbattere la testa. Quello al seno è un tipo di cancro diffuso, non possiamo fingere che il problema non esista».   

Secondo lei si sottovaluta troppo il tema?
«Un po' sì. O meglio: si vuole fare finta di niente, non ci si pensa per scaramanzia. Quando c'è un tavolino informativo, vedo donne che girano volontariamente alla larga. Scappano. Non ne vogliono sapere. Come se quel tema non le concernesse in alcun modo. Ci evitano in particolare le più giovani. Quando in realtà purtroppo il tumore al seno non fa grandi distinzioni d'età». 

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COMMENTI
 

IsReal 11 mesi fa su tio
Con quello che si paga la cassa malati uno deve fare la autopalpazione

IoMeMoi 11 mesi fa su tio
Bravissimi, bisogna fare una campagna di prevenzione che si ripeta nel tempo e che possa raggiungere tutte le donne, giovani e meno giovani.

Svizzera-italiana 11 mesi fa su tio
Ma il Cantone paga la mammografia ogni 2 anni. A una certa età (69) non te la fanno più… in pratica ti dicono che se ti viene non è più grave…

Ka81 11 mesi fa su tio
Il tumore al seno arriva come un fulmine a ciel sereno, sempre più spesso in giovane età! Spesso il tempo è quello che fa là differenza nelle cure. La prevenzione può salvare la vita!!!

Orsettina 11 mesi fa su tio
Non è paranoia o/e allarmismo, MA PREVENZIONE!!!Bisogna discutere anche su questo???E' per la nostra salute e non una mera pubblicità!!!!

Rosso Blu 11 mesi fa su tio
Ma per favore! Libertà senza fare allarmismo e pubblicità.
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