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CANTONE«Sono asessuale. E scoprirlo è stato un sollievo»

21.03.24 - 06:30
Parla una 32enne ticinese che si identifica come asessuale: «Mi forzavo a intrattenere rapporti sessuali non desiderati».
Deposit (simbolica)
«Sono asessuale. E scoprirlo è stato un sollievo»
Parla una 32enne ticinese che si identifica come asessuale: «Mi forzavo a intrattenere rapporti sessuali non desiderati».

LUGANO - «Ho sempre creduto, fin dall’adolescenza, che qualcosa non andasse in me. Non provavo la minima attrazione fisica e fingevo il contrario perché temevo il giudizio delle altre persone». È una storia complessa, che inizia nella sofferenza, quella raccontata a Tio/20Minuti dalla 32enne ticinese Pamela*, una giovane donna asessuale.

Gli asessuali, nel senso più ampio del termine, non provano attrazione sessuale per altri individui. Ad oggi si stima rappresentino tra l’1 e il 2% della popolazione mondiale.

Sensi di colpa - «Come l’ho scoperto? Non è stata per nulla una consapevolezza immediata», spiega Pamela*. Già, perché all’età di 18 anni la giovane inizia una relazione con una ragazza: «Inizialmente mi consideravo omosessuale, ma la definizione di questa parola non vestiva completamente i tratti del mio orientamento sessuale. Potevo affermare di provare un'attrazione verso le ragazze, ma non di tipo sessuale». Una situazione, questa, non semplice da gestire: «Ero innamorata, ma il desiderio sessuale non si è mai sviluppato. La convinzione che una parte di me fosse corrotta non era sparita, e il senso di colpa di non poter intrattenere una relazione definita "normale" cresceva sempre di più, costringendomi spesso ad avere rapporti sessuali con il mio consenso, ma senza una mia reale volontà».

«Mi sono sentita "giusta"» - Dopo questa relazione Pamela* ne ha una seconda, e solo a 29 anni arriva la svolta. «La vera scoperta di questo orientamento è avvenuta per caso, tramite social media», racconta. «L'argomento ha attirato la mia attenzione e ho sentito una sensazione particolare, come se fosse una strada da seguire». Ed è così che la giovane ticinese scopre che dietro alla parola "asessualità" vi era una comunità intera, che utilizzava i social come mezzo di confronto e organizzava incontri a Milano. «Ho avuto modo di partecipare ad alcuni di questi e di conoscere persone che vivono la sessualità in modo simile al mio. È stato un vero e proprio sollievo, perché dopo molti anni ho iniziato a sentirmi finalmente "giusta" e priva di problemi di sessualità che ero convinta di avere. Senza contare che da quando sono consapevole del mio orientamento sessuale provo una forte sensazione di pace interiore e di sicurezza».

Sesso forzato - Le difficoltà, in questo percorso, non sono però mancate. «Negli anni le sofferenze sono state molte. Prima di essere cosciente della mia asessualità, nelle relazioni mi forzavo ad intrattenere rapporti sessuali non desiderati ma richiesti dalle partner. Il forte senso di colpa verso di loro non mi permetteva di mettere davanti a tutto le mie reali volontà, o piuttosto non volontà, e di rispettarle e farle rispettare». E alcuni ostacoli permangono: «Ho amici e amiche che sono a conoscenza della mia asessualità, e tra loro c’è chi tende ad avere dei preconcetti e dei giudizi in merito. Alcuni ritengono si tratti di un problema con la mia sessualità che dovrei tentare di risolvere con l’aiuto di specialisti».

«Ognuno ha desideri e necessità diverse» - Oggi Pamela* ha una relazione con un'altra donna asessuale ed è felice. Crede però che tutti dovremmo fare più attenzione agli schemi sociali in cui, in un certo senso, cresciamo intrappolati. «La messa in discussione della mia identità sessuale mi ha portata a riflettere molto sulle relazioni in generale. In una società in cui molte cose sono normate, come le relazioni o i rapporti sessuali, penso che sia fondamentale che anche le persone con altri orientamenti mettano in discussione quelli che sono i loro desideri e le caratteristiche sessuali che le contraddistinguono. Ognuno vive la sessualità in modo diverso, ha desideri e necessità diverse ed è essenziale che nelle relazioni si rispetti la sessualità di tutti e si faccia rispettare la propria. Azioni che sembrano scontate possono infatti essere condizionate da modelli relazionali e sessuali appresi o acquisiti in passato». 

Giù i muri - Intanto in Ticino di asessualità si parla poco o niente. Ma qualcuno intende spezzare questo tabù. «Con il sostegno di “Generando” abbiamo organizzato una conferenza sul tema: si terrà sabato 13 aprile a Davesco-Soragno», ci dice Maura Clerici dell’associazione LGBTQIA+ Imbarco Immediato. Per quanto riguarda invece gruppi di supporto o confronto, «in Svizzera esiste un'associazione, la "Aromantisches und Asexuelles Spektrum Schweiz" che organizza incontri per la comunità asessuale e aromantica svizzera. Il problema, come nel caso di altre comunità di minoranza – e qui parliamo di una minoranza all’interno di una minoranza –, sussiste però nella barriera linguistica: quest'unica associazione organizza eventi in lingua tedesca, francese e inglese, ma non italiana».

Nel nostro cantone «non esistono perciò comunità di supporto, se non gli enti e le associazioni LGBTQIA+ che si espandono a tutte le persone con identità sessuali di diverso tipo. E sul nostro territorio l’informazione sul tema dell’asessualità è quasi completamente assente». I ticinesi in cerca di un gruppo di supporto o di confronto «possono però rivolgersi alle comunità italiane», osserva Clerici, che cita «AVEN Italia, il gruppo asessuale dell’Arcigay di Milano e il Collettivo Asessuale Carrodibuoi, il quale sarà ospite alla conferenza del 13 aprile».

A parole - Comprendere l’asessualità in tutte le sue sfumature non è infatti così immediato. «Le persone asessuali non provano attrazione sessuale fisica verso nessun genere, oppure riescono a provarne ma solo in determinate condizioni», chiarisce Clerici. «Alcune di loro possono però provare attrazione romantica verso altre persone: tra i più diffusi, si parla di asessuali eteroromantici, omoromantici e biromantici. Le persone aromantiche, di norma, non provano attrazione romantica, ma ciò non esclude la possibilità che possano provare attrazione fisica».

Nello spettro asessuale è inoltre possibile definire un ulteriore orientamento sessuale, quello demisessuale, il quale «rappresenta le persone che provano attrazione sessuale soltanto dopo aver instaurato un fortissimo legame emotivo e romantico con l'altra persona».

In cifre - Ma in Svizzera quanti sono gli asessuali? Difficile dirlo. Stando a Imbarco Immediato «esistono dei dati messi a disposizione dal Panel Svizzero LGBTIQ+, ma si riferiscono esclusivamente ai risultati di un sondaggio annuale condotto su partecipazione volontaria a livello svizzero». Sulle 3’478 persone partecipanti nel 2022, 114 si sono definite asessuali, il che corrisponde al 3,3% del totale.

Queste cifre «non sono rappresentative della proporzione di persone asessuali della società svizzera. Tuttavia, permettono di sottolineare la mancanza non solo di dati ma anche di informazioni su questa tematica. Molte persone non sanno infatti di essere asessuali, come accaduto per anni a Pamela*», conclude Clerici.

*Nome di fantasia, nome reale conosciuto alla redazione

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