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CANTONETra ostacoli e frustrazione: «Cercare un lavoro è diventato un lavoro»

15.07.24 - 06:30
«Se una volta si facevano uno o due colloqui, oggi se ne fanno quattro o cinque. E può finire in niente», dice l'esperta Fabrizia Marzano.
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Tra ostacoli e frustrazione: «Cercare un lavoro è diventato un lavoro»
«Se una volta si facevano uno o due colloqui, oggi se ne fanno quattro o cinque. E può finire in niente», dice l'esperta Fabrizia Marzano.

BELLINZONA - Colloqui su colloqui. Ghosting. E CV scartati senza neanche essere visti da un occhio umano. È un vero e proprio percorso a ostacoli quello che deve affrontare oggi chi cerca lavoro, in Ticino, in Svizzera, e oltre.

Sì, perché i post pubblicati su LinkedIn da una valanga di candidati parlano chiaro: «Dopo tre colloqui sono stato ghostato. Il recruiter è sparito e non ha più risposto a mail e chiamate». «Il processo di selezione è durato mesi e mesi, e alla fine hanno preso un candidato interno». «Per questa posizione non vado bene perché “sono sovraqualificato”, per quest’altra perché “sono sottoqualificato”». «Mi è stato detto che avere il banner “Open to work” è un segno di disperazione».

In pochi anni, insomma, tutto nell’universo professionale sembra essere cambiato. E mentre i candidati si fanno largo tra una moltitudine di nuovi ostacoli, la frustrazione dilaga. 

«Cercare un lavoro è ormai diventato un lavoro», ci dice Fabrizia Marzano, Senior Branch Manager Ticino della società di reclutamento e collocamento Manpower.

«Quattro o cinque colloqui, e può finire in niente» - «Se una volta si facevano uno o due colloqui, oggi se ne fanno quattro o cinque, magari accompagnati da test. Il processo dura quindi varie settimane, o anche un paio di mesi, e il tutto può finire in niente». Tempistiche così lunghe possono però rivelarsi sfavorevoli anche per le aziende stesse. «Capita che i candidati accettino un’offerta per una posizione che non era la loro preferita, proprio perché la procedura di selezione dell’azienda che prediligevano si dilunga troppo». 

CV scartati da una macchina - Ma anche il processo di selezione è cambiato radicalmente. «Fino a qualche anno fa i CV venivano esaminati sempre e solo da delle persone. Oggi invece il primo screening viene spesso effettuato da software denominati “ATS”. L’ATS opera cercando parole chiave compatibili con la posizione offerta e, al contrario dell’essere umano, non legge tra le righe. È quindi essenziale, ora più che mai, che il CV non sia statico: il candidato deve saperlo modificare in base all’annuncio al quale risponde».

Va detto, inoltre, che «alcune ATS non riconoscono determinati formati». Un CV che presenta riquadri e immagini, realizzato ad esempio con la popolare piattaforma di progettazione grafica Canva, rischia quindi di essere scartato dal software.

Più "distanti" e scatta il ghosting - C’è poi il fenomeno del ghosting, che dalla sfera relazionale/amorosa si è infiltrato anche nel mondo del lavoro. «È un comportamento che rende frustrante l’esperienza del candidato. Penso che questo modo di fare derivi da una parte da una mancanza di tempo dovuta al grande volume di CV che le aziende ricevono, e dall’altra dal fatto che l’intero processo di selezione, passando prevalentemente attraverso mail e videocall, si è depersonalizzato». Quel che è certo, se HR e hiring manager spariscono, è che al candidato non rimane certo un bel ricordo. «Questi dettagli, parlando del branding aziendale, fanno la differenza. È lì che si vede la professionalità del datore di lavoro».

"Vendere" il candidato - Ma cosa fanno gli esperti per dare una mano a chi cerca lavoro? «Noi, come società di recruiting, siamo in grado di “vendere” il candidato. Possiamo farlo perché lo presentiamo all’azienda solo dopo che ci siamo fatti un’idea della persona, un’idea che va oltre a quello che c’è sul CV. Conosciamo il candidato attraverso un colloquio, ci facciamo dare le referenze dai datori di lavoro precedenti, ci assicuriamo che le mansioni elencate come esperienza siano state svolte realmente, verifichiamo i vari livelli di lingua,..tutto questo ci permette di dare un quadro più completo all’azienda. Ci assicuriamo inoltre che il CV del candidato sia efficace nel mettere in risalto le sue competenze».

Laddove possibile, stando a Marzano, si cerca inoltre di sensibilizzare le aziende rispetto all’esperienza dei candidati. «Ai clienti di lunga data, con i quali abbiamo un rapporto consolidato, possiamo dare un feedback su delle eventuali mancanze».

Stare al passo - Un po' diversa, invece, la prospettiva dell’associazione HR Ticino, rappresentata dalla presidente Cristina Marenzi. «La lunghezza del processo di selezione può essere legata al numero di persone che si fanno avanti. Ci sono aziende che vogliono essere professionali e rispondere a tutti i candidati, ma la cui organizzazione interna fatica a stare al passo. Proprio per velocizzare e semplificare le procedure le risorse umane hanno iniziato sempre più a digitalizzarsi». 

«Una questione di rispetto» - Per quanto riguarda invece il ghosting, Marenzi sottolinea che «sicuramente è buona prassi che le aziende diano sempre una risposta ai candidati, sia perché quest’ultimi possono essere futuri colleghi o clienti, sia per una questione di rispetto». Se un’azienda si accorge che il proprio processo di selezione è sovraccarico «è quindi consigliabile mandare una mail a tutti in cui viene spiegato che solo i candidati che sono stati selezionati saranno contattati. Non è il massimo, ma è una soluzione che va adottata se non si è in grado di dare un feedback a tutti». 

Il match perfetto - Ma questa miriade di ostacoli non rischia di demoralizzare i candidati, ai quali vengono richiesti sempre più tempo ed energie? «È importante vedere questo cambiamento anche in ottica positiva: il processo è più lungo e complesso perché c’è una forte volontà di trovare un buon match. Questo può essere di beneficio a entrambe le parti: le aziende tengono a trovare il candidato giusto, e anche il candidato non vuole più lavorare dove non si trova bene». 

Marenzi sottolinea infine che HR Ticino fa la sua parte per rendere le aziende più attente all’etica professionale. «Cerchiamo di diffondere, in più modi e a più livelli, le buone pratiche delle risorse umane. Monitoriamo le nuove tendenze nel mercato del lavoro, facciamo informazione in tal senso e organizziamo conferenze e formazioni che si concentrano su temi come innovazione ed employer branding. Collaboriamo poi con la SIC per la formazione dei professionisti delle risorse umane». 

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COMMENTI
 

Nolamanooo 1 mese fa su tio
Quattro o cinque colloqui? Fuori da questo laradiso si mandano decine, centinaia di candidature. Qui la disoccupazione non esiste, i salari sono alti e la qualità della vita impareggiabile. Per non trovare lavoro bisogna davvero metterci anima e corpo...

DarkWeb 1 mese fa su tio
Risposta a Nolamanooo
🤣🤣🤣 scommetto per per scrivere certe scemenze c’hai messo anima e corpo! Come puoi scrivere certe cose? Ripigliati

B.B. 1 mese fa su tio
Troppi anglicismi! L’italiano dove è rimasto? Io ho pessima esperienza con un(a) HR di una grossa “azienda no profit”. Niente aspetto umano !

M70 1 mese fa su tio
complimenti a tutti gli imprenditori...bravi continuate ad assumere solo fronta e vedrete che prima o poi fallite pure voi! dobbiamo iniziare a preferire le attività con personale residente e che formano giovani residenti..ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa x salvare quel po' che è rimasto del Ticino..

navy 1 mese fa su tio
Vi racconto la MIA esperienza. Anni fa lavoravo in un’azienda con tanto di HR interno & nessi e connessi. HR manager da Milano con tanta tanta ignoranza ma, peggio, zero capacità di valutazione. Insomma un burattino. Gli viene assegnato il compito di trovare una nuova figura per il mio settore. Essendosi messa d’accordo (a mia insaputa) col il mio collega (varesino con odio profondo per gli svizzeri) di filtrare SOLO profili del bel paese, le candidature locali al sottoscritto, non arrivavano MAI. Quanto sopra lo saputo tempo dopo assieme a tante altre carinerie pro frontalieri e contro residenti e svizzeri. Poi si legge qua e là che la sostituzione dei residenti non è veritiera. Affermazione oramai QUASI REALE. I residenti infatti sono, per una parte, in assistenza e per l’altra, oltre Gottardo. A breve si fermerà anche lo stato. Non per effetto Morisoli ma semplicemente perché non si troverà più svizzeri in questo quartiere di MILANO.

DarkWeb 1 mese fa su tio
Risposta a navy
🫣 Ringraziamo i nostri politici incompetenti e tutti quei partiti che predicano bene e razzolano malissimo, ringraziamo il nostro disastrato governo che a loro dire, va tutto bene, intanto “codesti” il posto ce l’hanno e con un lauto salario e i loro figli non avranno problemi di occupazione perché saranno raccomandati dai medesimi e ringraziamo quegli “pseudo” imprenditori, che hanno portato il mercato del lavoro un marciume totale! Poi alcuni geni che scrivono in questo blog e non solo, sostengono che i razzisti siamo noi, non loro, si certo come no, questi credono di conoscere la realtà dei fatti quando invece buonissima parte dei frontalieri, oltre che sputare nel piatto dove mangiamo, credendosi indispensabili… ci deridono! Personalmente evito tutte quelle aziende o servizi dove hanno più manodopera straniera che indigena e se facessimo tutti così, questi imprenditori fallirebbero e di conseguenza ci togliamo dalle …. tanti arrampicatori sociali! Sveglia che è ora!

F/A-19 1 mese fa su tio
Risposta a DarkWeb
Giusto ragionamento, ma purtroppo tanti committenti, sia privati cittadini, architetti od enti pubblici danno priorità al minor prezzo quindi è chiaro che questi prezzi bassi sono la prerogativa principale che si associa ad irregolarità di ogni genere. E pensare che una volta nei concorsi il prezzo più basso è quello più alto venivano scartati d’ufficio, poi si faceva la media tra i rimanenti e chi si avvicinava di più al prezzo medio vinceva il concorso. Erano tempi in cui il rispetto dei lavoratori e del lavoro in generale contava ancora qualcosa.

DarkWeb 1 mese fa su tio
Risposta a F/A-19
Vero 👍

DarkWeb 1 mese fa su tio
Conosco persone che avevano inoltrato 10-15 candidature negli ultimi 2 anni in Comuni come quello di Lugano e hanno sempre ricevuto il 2 ♠️ perché over 50! Se eri figlio di…, parente o amico di…, avrebbero avuto il posto a prescindere dall’età…! Questo è il Ticino, marcio all’inverosimile…! I giovani hanno diritto di lavorare ma anche chi è diversamente giovane oltre ad avere il diritto e pure il dovere di lavorare per mantenere la propria famiglia…!

navy 1 mese fa su tio
Lasciate il Ticino. I residenti sono OUT. Grazie ad una politica liberal liberista in mano a quattro buffoni.

DarkWeb 1 mese fa su tio
Risposta a navy
👍👏 concordo!

DarkWeb 1 mese fa su tio
🙄🙄 quattro o cinque colloqui? 🤣🤣 ma quando mai?! Ma per piacere, conosco ragazzini che cercano un semplice apprendistato e manco una risposta ricevono, conosco gente over quaranta e peggio ancora over 50 che ad avere un mezzo colloquio è pura utopia…! Poi però, vedi le statistiche del Cantone e per magia i frontalieri aumentano ogni giorno, soprattutto nel terziario dove il 95% di chi è residente in Ticino ha studiato e fatto esperienza in quel settore e si vede soffiare il posto da persone molto meno qualificati…! Andate a vedere che ci lavora negli HR etc etc spesso sono front. che assumono amici, amici degli amici, parenti etc etc ! Dai su, smettetela di prendere in giro la gente ..!

Stilton 1 mese fa su tio
Purtroppo sempre più spesso gli HR non hanno neppure l`idea del " mestiere "che il candidato dovrà svolgere. La ricerca è orientata più sulla mediocrità e la plasmabilità del collaboratore, tralasciando quelle che sono le competenze specifiche.

Gar 1 mese fa su tio
Forse perché siamo invasi da mezza Italia in un mercato ticinese troppo piccolo?

TheQueen 1 mese fa su tio
Risposta a Gar
Se siamo invasi è perché i datori di lavoro, spesso ticinesi doc, li assumono. I politicanti dai grandi slogan cosa fanno? Nulla, l’importante è blaterare

mastermi 1 mese fa su tio
Risposta a Gar
personalmente credo che gli Italiani sono piu' propensi a ricoprire lavori che molti residenti non vogliono fare o a cui non conviene ( economicamente ) fare. il Ticino e' una regione con troppi anziani a cui manca la manodopera, non e' un caso se ci sono 80.000 frontalieri su circa 300.000 abitanti

DarkWeb 1 mese fa su tio
Risposta a mastermi
🤣🤣 si certa, questa menata che il frontaliere fa sempre i lavori che il residente non vuole fare, ha rotto le ⚽️⚽️! Cambia disco che questa tiritera non sta più in piedi…! Se mi parli del settore primario e secondario posso darti ragione, ma il 80% lavorano nel terziario dove in Ticino si studia e si lavora soprattutto in quel settore …!

Joe_malcantone 1 mese fa su tio
Parole parole …. Tutto il sistema di selezione è cambiato quando nei reparti HR sono subentrati gli “specialisti” HR italiani che hanno importato la loro “vision” in merito alle selezioni : nessuna risposta alle candidature , nessuna risposta in merito a chiarimenti sulla selezione , mesi prima di attribuire una posizione….. comportamenti che fino 10 anni fa circa non esistevano perché che lavorata per le risorse umane aveva un lato “umano” …. Adesso no, sono arrivati gli specialisti dal’Italia che hanno portato la loro filosofia anche in quello …. E non tiratemi in ballo il discorso del numero delle candidature che è aumentato perché ciò non è assolutamente vero .

mastermi 1 mese fa su tio
Risposta a Joe_malcantone
be' non mi sembra che in migros, ubs, posta etc ci siano le figure da te descritte. rimane la frustrazione di una regione che in 10 anni ha visto sparire moltissime realta' produttive e commerciali, purtroppo...
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