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BIASCA«Mi hanno buttato via tutto»

09.10.24 - 07:32
Ufficio tecnico ancora "protagonista": da anni un architetto è in lotta per ottenere giustizia. I suoi plastici sono finiti in discarica.
Ti-Press (archivio)
«Mi hanno buttato via tutto»
Ufficio tecnico ancora "protagonista": da anni un architetto è in lotta per ottenere giustizia. I suoi plastici sono finiti in discarica.

BIASCA - Da anni ormai è in attesa di giustizia. O perlomeno di chiarezza. I suoi trenta plastici nel 2019 sono finiti in discarica. E nessuno sembra volersene assumere la responsabilità. Nel 2007 l'architetto Fabio Reinhart, brillante 82enne, aveva parcheggiato le sue opere architettoniche presso l'ex arsenale di Biasca dopo una mostra internazionale itinerante che aveva visto Casa Pellanda come ultima tappa. «Mai mi sarei aspettato che dodici anni dopo finissero nella spazzatura». 

C'è una causa aperta – A prendere la decisione di disfarsi del materiale sarebbe stato lo stesso Ufficio tecnico finito ultimamente nella bufera in seguito a un clima di forte tensione. Il caso legato all'architetto Reinhart (e al collega Bruno Reichlin) non è da sottovalutare dal momento che c'è una causa aperta in corso. 

L'accordo – «Gli oggetti – dice Reinhart – erano rimasti all'ex arsenale dopo un accordo tra il rappresentante competente del Municipio e la Supsi».

La replica – Il sindaco Loris Galbusera getta acqua sul fuoco. E si chiede: «Ma se quegli oggetti erano così preziosi perché sono stati lasciati per tutto quel tempo all'ex arsenale? Di che tipo di accordo parliamo? C'è qualcosa di scritto?»

«Se mi avessero avvisato...» – Lo stesso Reinhart, proprietario dei trenta plastici, spiega: «Avere i plastici all'ex arsenale per me era una scelta razionale. Il locale si prestava. Avevo fiducia nell'istituzione che mi aveva offerto una cortesia. Se mi avessero avvisato che volevano gettarli, sarei andato di corsa a prenderli».

Ma quanto valgono quei plastici? – L'avvocato del Municipio di Biasca sostiene che ai modelli architettonici non sia possibile attribuire un valore commerciale. Reinhart e il suo legale invece presentano una stima del danno attorno ai 200' 000 franchi. «La cifra che, secondo gli standard internazionali, corrisponderebbe alla somma necessaria per ricostruire i plastici – afferma Reinhart –. In passato quei plastici erano stati esposti, singolarmente, in luoghi di grande prestigio. Hanno un valore culturale e meritano di essere ricostruiti». 

Silenzio – Per quanto riguarda la causa in corso il Municipio non si sarebbe presentato in pretura al tentativo di conciliazione. Lo stesso Municipio non avrebbe inoltre autorizzato un suo dipendente a testimoniare in merito alla distruzione dei plastici.

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