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CANTONE/ITALIAEsplosione dei premi di cassa malati: «Contenere i costi, si può»

04.10.24 - 06:30
Gambacorti-Passerini, ematologo a Monza, illustra alcune delle possibili anomalie del nostro sistema sanitario
Deposit Photos + Gambacorti-Passerini
Esplosione dei premi di cassa malati: «Contenere i costi, si può»
Gambacorti-Passerini, ematologo a Monza, illustra alcune delle possibili anomalie del nostro sistema sanitario

BELLINZONA/MONZA - La salute, in Svizzera, costa. A volte fin troppo. E dopo l’ennesimo rincaro dei premi di cassa malati, continua la caccia al colpevole nel comparto della sanità.

In questi giorni, a finire sul banco degli imputati sono stati i contribuenti, accusati di abusare di prestazioni e servizi. Diversa è la visione del direttore del dipartimento di Ematologia dell’Ospedale San Gerardo di Monza, Carlo Gambacorti-Passerini. Dopo anni spesi a visitare e a studiare i casi di pazienti provenienti dal canton Ticino, per offrire un secondo parere medico in relazione alla diagnosi di Leucemia mieloide cronica (Lcm), lo specialista crede di aver rintracciato quelle che sono delle anomalie nel sistema sanitario svizzero.  

«Non che in Svizzera la sanità funzioni male, anzi - ci tiene a sottolineare -. Non ci sono lunghi tempi d’attesa e gli ospedali sono efficienti. Tuttavia, stando a quanto osserviamo, in Ticino vediamo pazienti con la medesima problematica, disperdersi tra tanti medici, soprattutto quando si tratta di patologie non frequenti, come la Lcm».

Quello del Dott. Gambacorti-Passerini è infatti uno dei centri di riferimento sul territorio regionale e nazionale per quella che è una forma di leucemia rara. Ed è proprio qui che nasce la sua prima osservazione: «In Ticino, stimo vi siano circa una settantina di persone affette da Lcm. E non essendoci nessun centro specialistico di riferimento, rimangono in balìa di pareri medici, a volte persino inappropriati», osserva. «Preferirebbero certamente farsi un’ora di auto in più ed essere seguiti bene».

Medici preda delle case farmaceutiche - C'è poi la questione farmaci. E quella dei medici che, secondo l'esperienza dello specialista, tendono a non prescrivere il generico. «Costi che sulla spesa incidono e non poco».

Da mesi, però, tentando di indagare sulle cause della carenza dei medicinali, le case farmaceutiche che producono i generici hanno confermato più volte lo scarso interesse per il mercato svizzero, perché «troppo piccolo». «Un’assurdità», per Gambacorti-Passerini. «È noto che in Svizzera i farmaci si pagano di più», afferma provocatoriamente. «Semmai dovrebbero essere ridotti i costi per la registrazione dei farmaci a brevetto scaduto».

Casse malati che non verificano le spese - «Quanto appare dall'esterno, inoltre, è che le casse malati - al posto di verificare l’operato dei medici per cercare di ridurre i costi -, si perdono in altre questioni». Stando al professore, piuttosto che favorire terapie costose - quando ne esistono tra l'altro di più economiche - si dovrebbe evitare di tagliare quei controlli necessari a valutare l’andamento della malattia, e che sarebbero suggeriti dalle linee guida internazionali.

Assenza di un organo di vigilanza - Dal suo punto di vista, tutta questa situazione è conseguenza della «mancanza di un organo di vigilanza super partes che, ad esempio, annualmente impone dei tetti di spesa. Va però considerato che le terapie oncologiche sono tra le più costose - nel mio reparto corrispondono a circa 28 milioni di euro l’anno - e purtroppo i loro costi non sono per niente legati alla loro effettiva efficacia; un problema mondiale e non locale».

Il sistema sanitario perfetto non esiste - Sorge quindi spontanea una domanda: mettendo a confronto i due sistemi sanitari, qual è il migliore? «Non esiste la perfezione». E conclude: «Forfettizzando tutto, a volte, si perde in qualità. “In medio stat virtus”, dicevano i latini»

Farmaci generici, ancora troppo poco utilizzati in Svizzera
Lo conferma l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) a tio.ch. «I generici e i biosimilari sono ancora poco utilizzati in Svizzera rispetto ad altri Paesi. Il Consiglio federale ne è consapevole e ha quindi adottato misure per promuovere i generici e i biosimilari con la revisione dell'Ordinanza sulle prestazioni (OPre) e dell'Ordinanza sull'assicurazione malattia (OAMal) nel 2023.

Importazione di farmaci, tanti ostacoli - La portavoce Gabriela Giacometti fa poi chiarezza sulla procedura che devono seguire le aziende farmaceutiche per poter offrire un farmaco generico nel nostro Paese. La prassi vuole che richiedano «un'autorizzazione separata a Swissmedic. Per la successiva inclusione nella lista delle specialità, tutti i dosaggi e le dimensioni delle confezioni devono essere offerti come per il preparato originale». E precisa: «L'UFSP non conosce le ragioni esatte per cui alcune aziende farmaceutiche non offrono i loro farmaci generici in Svizzera. Gli ostacoli per il lancio di un prodotto generico sul mercato svizzero sono certamente maggiori rispetto ad altri Paesi europei, a causa del mercato relativamente piccolo, delle tre lingue e dei requisiti sopra menzionati».

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