Ecco cosa è accaduto il 21 giugno decine di metri più in alto. Gli esperti: «Ora la carta dei pericoli deve essere riadattata».
LOSTALLO - Un disastro. Ma, stando agli specialisti, pare proprio che potesse andare anche peggio. In Mesolcina nessuno ha dimenticato la tragica serata di venerdì 21 giugno. Lo si capisce dalle parole della consigliera di Stato Carmelia Maissen, direttrice del Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità, intervenuta nel pomeriggio di oggi, lunedì, a Lostallo. «Vogliamo rendere questa regione ancora più sicura», dice.
Inferno – Tre morti. La frazione di Sorte colpita al cuore. Massi, smottamenti. Un inferno di fango e acqua. «Abbiamo analizzato a fondo l'evento», spiega Urban Maissen, capo dell'Ufficio forestale e dei pericoli naturali.
Due fasi di precipitazioni consecutive – Secondo gli esperti di Meteo Svizzera in quella maledetta sera sono state decisive due fasi consecutive di forti precipitazioni della durata di 30 minuti ciascuna. «La primavera già piovosa – ipotizza Eva Frick, ricercatrice dello studio "geo7" – può avere avuto un ruolo. Così come la neve scioltasi in fretta».
Cosa si è fatto – «Abbiamo preso in considerazione diciotto torrenti – sottolinea Frick –. In due terzi di questi diciotto torrenti l'episodio del 21 giugno è stato classificato come di "grande o grandissima" entità». Sorprendentemente nessuno degli episodi è stato considerato davvero estremo. «Adesso bisogna capire quali sono i lavori da svolgere per trovare misure immediate».
Il Riale Molera impazzito – Più colate detritiche. Caratterizzate da più fasi. La natura che esce dai binari di quella che consideriamo normalità. «In alcuni casi – fa notare Frick – le colate sono state molto forti come nel caso del Riale Molera, sopra Sorte. La prima colata è stata più lieve. Quella più potente e devastante è stata la seconda».
La freccia rossa – Frick mostra un'immagine che ritrae la zona sopra Sorte. E da questa si capisce come le colate abbiano preso tre diverse direzioni. È quella in mezzo, indicata con una freccia rossa, a essersi diretta verso la Moesa e ad avere dunque travolto anche le case.
La situazione dei bacini è cambiata – «La nostra raccomandazione – suggerisce Frick – è quella di verificare e riadattare la carta dei pericoli per tutti i torrenti analizzati. Questo perché l'episodio alluvionale ha modificato la situazione dei corsi d'acqua e anche quella dei coni di deiezione».
C'è da preoccuparsi? – Ma come andranno usate queste informazioni? Dalle parole di Frick sembra che possano accadere episodi ancora peggiori nella zona. È davvero così? C'è da preoccuparsi? Andri Largiader, specialista regionale per i pericoli naturali, prova a contestualizzare: «Da una parte bisogna valutare la probabilità che un episodio si verifichi. Ed è rara. Dall'altra l'intensità dello stesso episodio. Occorre capire se quel fatto può ripetersi. In alcuni casi quanto è accaduto rispecchiava quanto ipotizzato dalla carta dei pericoli».
E ora? – In altri no però. Le carte dei pericoli hanno tra i 10 e i 15 anni. «I cambiamenti climatici hanno un influsso – afferma Largiader –. Abbiamo constatato che nei torrenti ci sono più detriti di quanto stimato dalle carte dei pericoli. C'è la necessità di rivalutare alcune situazioni effettivamente».
Novità a primavera – E le stime, almeno per la zona di Sorte, indicano che una carta dei pericoli potrebbe essere pronta per primavera 2025. Fino ad allora non si saprà se e come gli abitanti della frazione potranno tornare a vivere lì.