In Vallese c’è un servizio innovativo per chi ha pulsioni verso i minori. Il giudice Siro Quadri: "Portiamolo anche da noi"
LUGANO - "Sì, servirebbe anche in Ticino uno sportello per quelle persone che si accorgono di avere pulsioni sessuali nei confronti dei bambini". Il giudice Siro Quadri non ha dubbi. Anche a sud delle Alpi bisognerebbe seguire l’idea di Monthey, in Vallese, dove da aprile è attivo un apposito servizio chiamato “Dis no”, destinato a potenziali pedofili. "Vogliamo fermare queste persone prima che passino all’atto", ha dichiarato a Ticinonline la consulente di “Dis no” Lisa Ancona.
Le persone presentatesi a “Dis no” finora sono state circa una quarantina, di cui 6 con pulsioni evidenti. "Io la trovo una misura essenziale", ribadisce Quadri. Il giudice, di casi e di processi legati alla pedofilia ne ha visti diversi. "Ammettere a se stessi di avere una simile devianza è difficile. Non ci si sa come muovere. E c’è sempre una sorta di paura di fondo, non ci si può rivolgere a un medico qualsiasi. Uno ha la sensazione che se becca la persona sbagliata magari viene denunciato".
Attualmente in Ticino chi si accorge di avere determinate pulsioni verso i minori può rivolgersi al Servizio psicosociale cantonale. Una possibilità che, tuttavia, non è sufficientemente nota. "È giusto che si investa di più per fare fronte a questo problema. Non dimentichiamoci che le vittime dei reati di pedofilia restano traumatizzate a vita e che la loro intimità viene completamente distrutta. Prima si interviene su un adulto che rischia di commettere una sciocchezza e meglio è. Anche per evitargli una terribile gogna mediatica: oggi chi viene dichiarato pedofilo è definito come un mostro".