Prevenzione contro il nuovo coronavirus: ecco cosa sta accadendo ai frontalieri (e non solo). Il video
Intanto sono sempre di più le aziende che chiedono ai loro dipendenti residenti in Italia di prendersi una camera provvisoria in Svizzera
CHIASSO - «La mia regione, il Mendrisiotto, è in ostaggio dell’Italia. Chiudete le frontiere». È lo “sfogo social” di Stefano Tonini, consigliere comunale di Chiasso e granconsigliere. Il riferimento è alle code infinite venutesi a creare negli ultimi giorni a cavallo tra Ticino e Italia. I doganieri devono, giustamente, verificare l’autocertificazione dei frontalieri in transito. Ma il risultato, a livello di viabilità, sembra essere deleterio.
Attese anche di quattro ore – Davanti alla telecamera di Tio/ 20Minuti c’è chi racconta di avere impiegato due ore per percorrere 400 metri. Altri parlano di un’attesa di quattro ore. C’è anche chi sostiene le autorità, dicendo che «ormai è una cosa necessaria e va accettata». Altri si nascondo dietro a un laconico “no comment”.
Tanto nervosismo – Si percepisce tanto nervosismo. Molti frontalieri (quelli legati in particolare al ramo amministrativo) stanno lavorando da casa. Il traffico, come già era stato anticipato da un altro servizio di Tio/ 20Minuti, si è numericamente ridotto. Ma l’incognita dell’autocertificazione fa sì che le colonne siano superiori a quelle dei periodi più torridi dell’anno.
C’è chi vuole imitare l’Austria – Mentre l’Italia è blindata, la Svizzera ha deciso di continuare a fare entrare i lavoratori frontalieri su suolo rossocrociato. Almeno fino a nuovo avviso. Vari politici stanno spingendo verso la chiusura momentanea delle frontiere, un po’ sull’onda di quanto ha fatto di recente l’Austria. Alcune aziende, intanto, stanno correndo ai ripari e stanno chiedendo esplicitamente ai loro dipendenti di affittare una camera in Svizzera finché l’allarme non sarà rientrato.
Preparate le valigie – Una nota azienda del Malcantone, ad esempio, ha esortato i frontalieri a preparare le valigie da subito, in modo da essere pronti in caso di blocco delle dogane. Per i dipendenti dell’impresa sono già state prenotate 50 camere dalla stessa direzione d’azienda. Nel comunicato ai dipendenti si specifica che si tratta solo di una misura precauzionale. E che non per forza sarà attuata.
La testimonianza commovente e polemica – Struggente, e allo stesso tempo polemico, il post pubblicato su Facebook da un padre di famiglia frontaliere che lavora nel ramo alberghiero. «Era nell’aria. Speravo non sarebbe mai successo. Oggi mi sono dovuto trasferire a Lugano. L’ho fatto per la mia famiglia, per me, per il mio lavoro. Ma soprattutto l’ho dovuto fare per colpa di tutte quelle persone senza cervello che in questi giorni hanno fatto anarchia pura, non rispettando i preziosi consigli dati dai professionisti. Non so per quanto tempo dovrò stare lontano dai miei affetti».