Il PLRT si dice contrario: «Non tocca ai politici di milizia sostituirsi alle autorità di giustizia».
L'uomo, ricordiamo, era stato condannato per coazione sessuale. Per i Liberali Radicali occorre «non politicizzare il tema»
BELLINZONA -
Una Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso dell'ex funzionario del DSS condannato per coazione sessuale circa un anno e mezzo fa? Così ha deciso la Commissione della gestione che ora dovrà sottoporre il rapporto al Parlamento ticinese.
Un rapporto, questo, sottoscritto da tutti i partiti tranne il PLRT, che si è detto contrario alla Commissione in quanto «non tocca ai politici di milizia sostituirsi alle autorità di giustizia».
«I reati a sfondo sessuale sono deplorevoli e vanno severamente condannati - segnalano i Liberali Radicali in una nota odierna -. Tuttavia, l’estrema delicatezza del tema chiede di evitarne la politicizzazione che scivolerebbe inevitabilmente verso una deriva mediatica che nuocerebbe alle stesse vittime che vorremmo proteggere. È questo il rischio concreto che si nasconde dietro la creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) che, tuttavia, sembra sarà istituita a breve», proseguono.
Il PLRT, pur dicendosi contrario allo strumento della CPI, «nel rispetto della volontà del Parlamento non si sottrarrà ai suoi doveri istituzionali». «Tuttavia - concludono -, abbiamo proposto una riduzione del costo. Per il Canton Ticino sarebbe la quarta Commissione parlamentare d’inchiesta negli ultimi anni: uno strumento che ha nei fatti dimostrato di essere dispendioso, inefficace e inconcludente. E – come se non bastasse – sul tavolo c’è la richiesta di istituzione di ulteriori CPI per le case per anziani nel contesto Covid».