Un procedimento è stato avviato nei confronti di una società commerciale e di due farmacie del Luganese
L'Ufficio del farmacista cantonale e la polizia cantonale rinnovano l'invito a evitare ogni forma di fai da te.
LUGANO - I test rapidi per la diagnosi del Covid-19 hanno fatto la loro comparsa in Ticino. E, come era ipotizzabile, anche il loro cattivo uso.
Negli scorsi giorni sono state effettuate nel nostro cantone diverse operazioni di controllo da parte della polizia cantonale. Gli agenti si sono recati presso ditte commerciali, farmacie, centri di estetica e stazioni di servizio per verificare l'eventuale esecuzione non autorizzata, l'offerta e la vendita al pubblico di questi test rapidi.
L'esito dei controlli - fanno sapere le autorità cantonali e l'Ufficio del farmacista cantonale - ha permesso di interrompere le attività contrarie alle disposizioni di legge. Un procedimento è stato avviato nei confronti di una società commerciale e di due farmacie del Luganese per "esecuzione, offerta e vendita al pubblico illegale di test rapidi Covid-19“.
«I test rapidi non sono previsti per il fai da te», aveva a suo tempo spiegato il farmacista cantonale, Giovan Maria Zanini, ricordando che non sarebbe stato possibile effettuarli in assenza di un professionista della salute. Anzi, aveva pure sottolineato che non tutte le farmacie potranno offrire il servizio, dovendo formare il personale a effettuare il tampone nasofaringeo, senza rischiare di contagiare loro stessi e gli altri clienti.
Polizia e farmacista cantonale ricordano quindi ai ticinesi che la vendita al pubblico dei test rapidi sierologici e antigenici è vietata e rinnovano l'invito alla popolazione a evitare ogni forma di fai da te. «Per la persona che ha il sospetto di avere il coronavirus, sarà comunque il medico o lo specialista del checkpoint a decidere a quale tipo di esame il paziente dovrà sottoporsi - ha già detto Zanini -. In generale il test rapido ci permette di fare indagini ambientali in tempi brevi. Capiterà che chi ha fatto il test rapido dovrà comunque sottoporsi al tampone».
L'ipotesi di reato nei confronti dei titolari della società commerciale e delle due farmacie del Luganese è di contravvenzione alla Legge federale sui medicamenti e i dispositivi medici. Gli accertamenti sono coordinati dal farmacista cantonale.