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CANTONEProcesso all'eritreo interrotto per una bestemmia

15.12.20 - 13:58
L'interprete dell'imputato ha lasciato l'aula dopo un'accesa discussione con il giudice Marco Villa che lo aveva ripreso
Tipress (archivio)
La palazzina dalla quale è caduta la moglie dell'imputato.
La palazzina dalla quale è caduta la moglie dell'imputato.
Processo all'eritreo interrotto per una bestemmia
L'interprete dell'imputato ha lasciato l'aula dopo un'accesa discussione con il giudice Marco Villa che lo aveva ripreso
L'assenza di un traduttore rischia di far slittare il proseguimento del dibattimento al prossimo anno.

LUGANO - Altro colpo di scena al processo del 39enne eritreo accusato di assassinio per aver gettato la moglie dal quinto piano di una palazzina di via San Gottardo a Bellinzona. Dopo la sospensione di ieri, dovuta al crollo emotivo dello stesso imputato, il dibattimento è stato di nuovo interrotto questa mattina. Il motivo - riportato da "La Regione" - è quantomeno curioso: ovvero una bestemmia proferita dall'interprete mentre tentava di tradurre un'imprecazione dalla lingua tigrina. 

La bestemmia, scandita in maniera chiara e gratuita, non è stata presa benissimo dal giudice Marco Villa che ha ripreso veementemente il traduttore. Offeso dalle parole del giudice, in quanto «di fede cristiana», l'interprete ha deciso di abbandonare l'aula, bloccando di fatto il processo. L'imputato, infatti, non ha le conoscenze linguistiche necessarie per affrontare un dibattimento in italiano. Senza la presenza di un interprete il processo rischia quindi di slittare al prossimo anno.

Fino a ora il giudice Marco Villa aveva ricostruito i fatti avvenuti il 3 luglio 2017 a Bellinzona. Per il procuratore pubblico Moreno Capella tutto porta a pensare che il 39enne abbia compiuto un assassinio gettando di sotto la moglie perché convinto che lei lo tradisse. L'imputato, da parte sua, ha sempre professato la propria innocenza specificando che la donna fosse depressa e volesse suicidarsi.

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