Nei confronti di due poliziotti della Città di Lugano sono state proposte condanne a pene pecuniarie e multe.
Decreto d'abbandono, invece, per un terzo agente che intervenne solo quando il presunto abuso di autorità era già stato commesso.
LUGANO - È sfociato in due decreti d'accusa, nei confronti di altrettanti agenti della Polizia della Città di Lugano, il movimentato intervento di Polizia che aveva avuto luogo la sera del 20 dicembre dello scorso anno al Quartiere Maghetti.
I fatti oggetto del procedimento penale riguardano in particolare le circostanze che hanno portato all'ammanettamento di un giovane residente nel Luganese a seguito di un potenziale assembramento e della constatazione di schiamazzi notturni.
I reati presi in considerazione sono quelli di abuso d'autorità e di vie di fatto per il primo agente e di abuso d'autorità per il secondo. E questo nonostante, dopo i fatti, il comandante Roberto Torrente avesse preso le difese degli agenti, asserendo che fosse stato il ragazzo a cercare lo scontro.
A carico dei due imputati, il Procuratore generale Andrea Pagani propone una condanna a una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere e, rispettivamente, di 30 aliquote giornaliere sospese condizionalmente per un periodo di prova di due anni. Nei confronti dei due agenti è stata proposta anche una multa, oltre al pagamento di tasse e spese giudiziarie.
Nell'ambito del medesimo procedimento è stato emanato anche un decreto d'abbandono per un terzo agente della Polizia della Città di Lugano per assenza degli elementi soggettivi del reato ipotizzato. Questo terzo agente è in effetti intervenuto quando l'azione tesa all'ammanettamento era già iniziata.