Il 50enne, che aveva truffato un anziano del Luganese, è stato arrestato lo scorso 28 marzo a Monte Carasso.
BELLINZONA - È una truffa che si ripete ormai con regolarità disarmante. Tanto che lo scorso anno è stata tentata oltre trecento volte e in ventidue casi è (purtroppo) andata a segno. Stiamo parlando della truffa del falso nipote che - come segnalato da una nota congiunta del Ministero pubblico e della Polizia cantonale - ha fatto una nuova vittima: un anziano del Luganese a cui un 50enne polacco - residente in Polonia - ha sottratto oggetti di valore per un ammontare di diverse migliaia di franchi.
Fuggito con il bottino, il truffatore è stato intercettato e arrestato lo scorso 28 marzo in territorio di Monte Carasso grazie a una segnalazione e all'intensa attività investigativa subito messa in atto dalla Polizia cantonale.
I reati - Le ipotesi di reato nei confronti del 50enne sono di truffa aggravata, contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale e guida in stato d'inattitudine. L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Valentina Tuoni.
Il modus operandi - Il modus operandi ricalca quello evidenziato a più riprese in passato nelle sue numerose varianti. «Negli ultimi casi segnalati - precisa la Polizia cantonale - gli autori, spacciandosi per una persona attiva in campo medico o per un agente di polizia, chiedono con insistenza un'importante somma di denaro necessaria a coprire le cure di un congiunto stretto affetto da una grave malattia o incorso in un incidente della circolazione. Facendo leva sullo scarso tempo a disposizione - poche ore vista la serietà della situazione - mettono pressione sulla vittima e la spronano a immediatamente consegnare il denaro a disposizione o gli averi custoditi in casa».
I consigli - Per prevenire il compimento di questo genere di truffe, la Polizia cantonale ricorda - soprattutto agli anziani - che devono sempre diffidare delle chiamate con richieste di denaro e non devono esitare a chiedere aiuto a famigliari o amici. Inoltre non bisogna mai «consegnare denaro od oggetti personali», né «fornire dati personali, informazioni su legami famigliari o abitudini di spostamenti a persone non appartenenti alla propria cerchia di conoscenze».