«Dire che l'imputato è un bugiardo è un eufemismo», così il giudice Amos Pagnamenta.
LUGANO - «I massaggi erano solo un pretesto per soddisfare il suo desiderio sessuale». È con queste parole che il giudice Amos Pagnamenta ha annunciato la condanna del 68enne oggi alla sbarra alle Assise criminali di Lugano per aver abusato sessualmente di sei bambine e ragazzine di età compresa tra i sei e i 15 anni.
L'uomo è stato giudicato colpevole di ripetuta coazione sessuale, ripetuti atti sessuali con fanciulli, ripetuta pornografia, ripetuta falsità in certificati ed esercizio abusivo di attività sanitaria.
Le dichiarazioni rilasciate dalle vittime sono infatti state definite «estremamente credibili» come pure le descrizioni dei loro stati d'animo. «È inoltre perfettamente inverosimile che sei famiglie e sei ragazzine che non si conoscevano si siano accordate per raccontare storie risultate molto simili tra loro», spiega Pagnamenta, precisando che «quanto riferito dalle bambine ha in ogni caso trovato conferma nelle immagini rinvenute nel computer dell'uomo». Il 68enne ha usato a suo vantaggio la posizione di potere in cui si trovava, viene sottolineato: «Era un adulto, un insegnante, e aveva un'età molto avanzata rispetto alle sue vittime».
«Un bugiardo» - «Raramente ho visto un imputato dare spiegazioni così astruse, dicendo tutto il contrario di tutto e cadendo nel ridicolo», rincara la dose il giudice. «Le ritrattazioni sono state così numerose che risultano difficili da ricordare. E dire che è un bugiardo è un eufemismo».
«Fotografava le ragazzine per strada» - L'unico barlume di sincerità «si è visto in una dichiarazione rilasciata durante gli interrogatori e messa a verbale, ma poi ritrattata: quella in cui ammetteva di avere problemi di natura sessuale nei confronti dei bambini. La verità è infatti che l'imputato ha un problema a livello di pedofilia». A dimostrarlo, sottolinea infine Pagnamenta, è anche il fatto che «fotografava ragazzine che passavano per la strada e cercava sul web parole chiave che riportano a immagini pedopornografiche».
Sulla base di questo verdetto sarà ordinata una nuova perizia psichiatrica. «Dopo aver ricevuto il referto verrà agendata una seconda parte del dibattimento in cui si discuterà unicamente la commisurazione della pena», conclude la Corte.