Swissgrid vuole posare decine di pali ad altissima tensione. Gli oppositori: «Interrateli». Ora arrivano le autorità federali.
NANTE (AIROLO) - Basta tralicci. È il nome dell'associazione nata nel 2020 a Nante (Airolo) per opporsi al progetto di Swissgrid che intende piazzare una serie di pali ad altissima tensione nei boschi della zona. Il prossimo 20 febbraio le autorità federali incontreranno le decine di persone che si sono opposte. «Siamo contenti che qualcuno potrà ascoltarci – dice Nina Ponti, membra dell'associazione –. Da tre anni e mezzo ci battiamo affinché questo bosco sia salvato».
«Una linea che scende fino a Lavorgo» – L'opposizione alla domanda di costruzione di Swissgrid non rappresenta tuttavia un no assoluto al progresso. Anzi. «Noi chiediamo semplicemente l'interramento di questa linea ad altissima tensione – sottolinea la giovane Claire Lachelin –. Al momento la nostra associazione si occupa prevalentemente della parte alta della Leventina. In cui si prevede la posa di dieci pali. Calcolate però che la linea dovrebbe scendere fino a Lavorgo con la posa di oltre 50 pali».
«Il santo vale la candela» – Nina è fiduciosa. «Non siamo soli. Il Municipio e le autorità ci sostengono. Per noi è fondamentale. Vediamo sempre di più che queste linee interrate funzionano. È una questione di soldi, è vero. Costano un po' di più. Al momento 2-3 volte di più rispetto ai pali classici. Il santo però vale la candela».
«Paesaggio rovinato» – Del gruppo, presieduto da Luca Bolzani, fa parte anche Rodolfo Ciucci. «Questi pali alti 80 metri – fa notare – spunterebbero al di sopra di tutti gli alberi. Deturperebbero il paesaggio. Senza contare che per trasportarli e piazzarli sarebbero fatti ulteriori danni. Ci chiediamo anche cosa accadrebbe col valore delle case della regione».
«Responsabilità per le future generazioni» – «Quando questo progetto è stato presentato – riprende Nina –, Airolo aveva un'altra visione. Nel frattempo si è deciso di rivalutare la zona anche dal punto di vista turistico. Ci sembra assurdo che da una parte si facciano miglioramenti e poi si vada a distruggere una porzione di bosco così importante. Sentiamo la responsabilità per le generazioni future».