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Nuova eruzione vulcanica, due giovani ticinesi: «Eravamo in auto, poi una nuvola enorme»

ISLANDA/CANTONENuova eruzione vulcanica, due giovani ticinesi: «Eravamo in auto, poi una nuvola enorme»

29.05.24 - 20:03
In Islanda dichiarato lo stato d'emergenza nella penisola di Reykjanes, sul posto due turisti luganesi, il loro racconto.
Keystone
Nuova eruzione vulcanica, due giovani ticinesi: «Eravamo in auto, poi una nuvola enorme»
In Islanda dichiarato lo stato d'emergenza nella penisola di Reykjanes, sul posto due turisti luganesi, il loro racconto.

GARDUR - La notizia arriva in redazione nel tardo pomeriggio di oggi (mercoledì), direttamente dall'Islanda e firmata da due giovani viaggiatori ticinesi. Si tratta dello stato di emergenza, in codice rosso, dichiarato in queste ore nella penisola di Reykjanes, a causa di una nuova eruzione vulcanica, scoppiata nel sud-ovest dell'Islanda, come confermato dall'Ufficio meteorologico islandese (Imo).

Le autorità hanno evacuato la vicina città di Grindavik per quella che è l'ottava eruzione in poco più di tre anni e la quinta in sei mesi. Ma come detto, sono Clarissa, 29 anni, e Damiano, 27, entrambi di Lugano, a spiegarci quanto sta accadendo, con una premessa, «siamo arrivati in Islanda il 23 maggio e abbiamo girato tutta la costa sud - racconta Clarissa -; oggi dovevamo rientrare nella capitale Reykjavik, ma abbiamo deciso di andare fino alla parte più a ovest dell’isola (Gardur), nella penisola di Reykjanes».

Proprio in concomitanza con l'inizio della nuova eruzione. «Eravamo in auto e abbiamo iniziato a vedere una sorta di nuvola enorme, abbiamo capito subito che c’era qualcosa di strano». Fino ad «arrivare in una zona con maggiore visibilità e ci siamo ritrovati davanti alla scena».

In Islanda però non c'è spazio per l'improvvisazione o il panico. «Abbiamo aperto l’applicazione Save Travel e abbiamo ricevuto gli avvisi di eruzione», ci conferma la 29enne, che poi aggiunge: «Le strade per arrivare a Grindavik, città dove ci sono stati più danni nei mesi scorsi, erano già chiuse al momento del nostro arrivo e la situazione è costantemente monitorata».

Anche oggi, a circa tre settimane dalla fine della precedente eruzione in corso dal 16 marzo, «la polizia è arrivata in diverse zone della penisola, anche dove eravamo noi, e hanno iniziato a chiudere ulteriori strade. Qui l’organizzazione è ottima e per il momento, il nostro volo di rientro di domani non è stato cancellato».

Infine un'ultima rassicurazione per chi li aspetta in Ticino: «La situazione è sotto controllo, non ci sono vittime o feriti e la gente è molto tranquilla».

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