Il 26enne, comparso davanti alla Corte delle Assise criminali lo scorso 16 luglio, era sospettato di aver abusato di una donna nel 2018.
LUGANO - È stato prosciolto dal grave capo d'accusa - ovvero quello di violenza carnale per il quale la procuratrice pubblica Anna Fumagalli aveva richiesto 34 mesi di detenzione e cinque anni di espulsione - il 26enne afghano che era comparso davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani.
La sentenza del processo, celebrato lo scorso 16 luglio, è stata trasmessa alle parti nella giornata di oggi.
La vicenda - Il 26enne afghano - al beneficio di un permesso F (richiedente l'asilo in ammissione provvisoria) - era comparso alla sbarra con l'accusa di aver commesso «violenza carnale» nei confronti di una donna - una giovane testimone di Geova ancora vergine al momento dei fatti - che stava frequentando nel maggio del 2018.
Durante il processo - quasi esclusivamente a carattere indiziario - accusa e difesa hanno sviscerato i fatti accaduti nell'appartamento dell'oggi 26enne (e allora poco più che ventenne), dove una pizza d'asporto si è trasformata in un rapporto sessuale. Consenziente per lui. Non consenziente per lei. Una storia complicata che oggi è arrivata (forse) al proprio epilogo: ovvero il proscioglimento del giovane afghano.