Il nostro Cantone è quello che più ha risentito della crisi legata alla pandemia.
Tutte le altre zone del Paese subiscono flessioni moderate, con un massimo negativo del -0,8% e in alcuni casi persino positivo.
LUGANO - L'occupazione in Svizzera subisce l'impatto della crisi del coronavirus: nel quarto trimestre 2020 il numero di impieghi si è attestato a 5,14 milioni, lo 0,4% in meno allo stesso periodo del 2019, con una perdita di 23'000 posti. Il Ticino è la regione che presenta la contrazione di gran lunga più marcata: -4,4%, un'emorragia di 10'000 posti.
Stando ai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST) tutte le altre zone del Paese subiscono flessioni moderate, con un massimo negativo del -0,8% e in un caso (quello della Svizzera Orientale, che comprende anche i Grigioni) anche con un valore positivo (+0,8%).
Crolla il terziario - Il dato a sud delle Alpi si smarca quindi notevolmente ed è da attribuire in particolare alla diminuzione dei posti nel settore terziario, che si è attestata al 5,1%. Meno forte (anche nel confronto con il resto della Confederazione) è stato per contro l'arretramento nel ramo secondario: -2,0%, da confrontare con il -1,2% a livello svizzero.
Peggio le donne - Tornando all'ambito nazionale, la flessione è stata più marcata per le donne (-0,6%, -14'000 posti) che per gli uomini (-0,3%, -9000). A livello di singoli rami economici, spiccano il -15,2% annuo di alberghi e ristoranti, pari a 41'000 posti in meno, nonché il -7,8% del segmento attività di ricerca, selezione e fornitura di personale (-10'000 posti). Cali sensibili sono stati osservati anche nelle attività manifatturiere (-8000 posti; -1,2%) e nella costruzione (-6000 posti; -1,6%). In crescita si sono per contro mostrati i comparti sanità e assistenza sociale (+21000; +2,8%), nonché il ramo del commercio al dettaglio (+7000; +2,3%).
Calcolata al netto delle variazioni stagionali l'occupazione totale nel periodo ottobre-dicembre ha segnato un incremento dello 0,1% rispetto a luglio-settembre (+6000 posti), con una crescita nel comparto dei servizi (+0,4%, +14'000) a cui fa da contraltare la flessione nel ramo secondario (-0,3%, -3000). Espresso in equivalenti a tempo pieno il volume di impieghi nel quarto trimestre ammontava complessivamente a 4,0 milioni di posti (-0,4% su base annua).
L'impatto della crisi è riscontrabile anche sui posti liberi, scesi a 65'400, con una perdita di 12'600 rispetto allo stesso periodo del 2019 (-15%). A soffrire sono fra l'altro in particolare i comparti attività manifatturiere (-23%) nonché i servizi di alloggio e di ristorazione (-33%).
Le prospettive di impiego si sono offuscate, annota l'UST sulla base dei sondaggi relativi alla propensione delle imprese ad ampliare gli organici. Il relativo indicatore è sceso (su base annua) del 2,4% a 1,01 punti, con un record negativo nel ramo alberghi e ristoranti (0,89 punti, -10,9%). A livello regionale il Ticino presenta il dato peggiore, con 0,98 punti, e una contrazione più forte della media, pari al -2,9%.