L'Osservatorio della vita politica cantonale dell'Università di Losanna ha analizzato le elezioni del Gran Consiglio del 2015 per comprendere alcune dinamiche politiche
BELLINZONA - Come si diventa candidati? Quali sono le caratteristiche che bisogna avere per potere essere eletti? Come viene portata avanti una campagna politica? Quale convergenza c'è fra gli elettori, i candidati e gli eletti? È a queste domande che si è proposto di rispondere il nuovo studio dell'Osservatorio della vita politica cantonale dell'Università di Losanna, presentato questa mattina in conferenza stampa da Oscar Mazzoleni e Andrea Pilotti.
Lo studio, basato su un campione rappresentativo di 390 candidati, analizza le elezioni del Gran Consiglio del 2015. «Questo ci è sembrato il momento più adatto per esporre i risultati in vista delle elezioni del 2019» ha spiegato Mazzoleni nell'introduzione.
Come si diventa candidati - Il ruolo dei partiti nella scelta dei candidati è fondamentale, soprattutto per i partiti storici. Il 70% delle candidature del 2015 è stato sollecitato dai responsabili della lista, solo il 30% sono state spontanee. Il profilo del candidato spontaneo è uomo, ha già avuto incarichi di partito ed è leghista.
Quali sono le caratteristiche - Una lieve maggioranza di candidati è laureata. Lega, La Destra e Mps-Pc sono le tre liste che contano meno laureati. Tra i candidati Plr e Lega sono presenti imprenditori e liberi professionisti. Nel 2015, dopo 20 anni, è emersa una categoria professionale importante rispetto alle chance di successo: molti degli eletti esercitano professioni contigue alla sfera politica (funzionari di associazioni, sindacalisti, municipali).
L'esperienza politica - Un dato nuovo del 2015 è anche che è aumentata la quota di candidati con poca o nessuna esperienza politica, soprattutto per Plr e Ppd, le stesse liste che hanno presentato candidati giovani. Si conferma anche il ricambio parlamentare: circa un terzo degli eletti in Gran Consiglio sono nuovi, anche se continua il successo della rielezione del candidato uscente.
Le donne candidate - Circa un quarto dei candidati, in media, è donna. La maggioranza è nei Verdi (55,5%), seguono Ps (34,4%), Ppd (28,9%), Mps-Pc (20%). Plr, Lega e La Destra hanno le percentuali più basse (tra l'11 e il 19%).
Le donne hanno una minore esperienza politica e di durata inferiore (massimo 10 anni rispetto ai 20 anni degli uomini), nonché minori esperienze dirigenziali di partito. La carriera politica delle candidate di sesso femminile inizia a partire dai 40 anni. È minore l'impegno economico nella campagna: le donne si affidano principalmente al partito. È molto più elevato il numero delle laureate candidate (anche nella Lega).
Le donne elette - Le elezioni del 2015 sono ricordate per l'avanzata significativa delle elette in Gran Consiglio, la percentuale più alta di sempre: 24,4%. Un aumento riconducibile alla Lega e al Ps. Nove donne su dieci sono laureate (6 su 10 per gli uomini) e salariate, un terzo esercita una professione indipendente (1/4 per gli uomini), la maggior parte è nubile.
La campagna politica - I mezzi tradizionali di campagna rimangono uno strumento imprescindibile. Sono ben lontani dall'essere sostituiti dai mezzi digitali. Si privilegiano riunioni, comizi e assemblee. È diminuito il ricorso, per tutti i partiti, a Internet. Chi li ha utilizzati si è rivolto principalmente ai social network (meno rispetto al 2011), al sito internet personale (usato dal 50,7% degli eletti e dal 24,5% dei non-eletti) e ai portali informativi (60,6% degli eletti e 31,9% dei non-eletti).Gli eletti hanno usato più dei non-eletti interviste sui mezzi d'informazione, lettere agli organi di stampa, annunci a pagamento e manifesti. I candidati di Ps e Verdi utilizzano principalmente soldi del partito per finanziare la campagna, mentre quelli di Plr e Lega contano principalmente sui mezzi personali (nel Ppd è presente un profilo misto).
Problemi da affrontare - I dati relativi agli eletti sono stati incrociati con le opinioni raccolte presso i cittadini. Immigrazione, mercato del lavoro e integrazione europea sono tra i principali temi d'interesse a livello nazionale. Sull'Europa la preoccupazione è più diffusa tra gli eletti (40,2%) che tra i candidati (29%) e gli elettori (21,1%). L'immigrazione, invece, tocca più gli elettori (12%), che i candidati (10,3%) e soprattutto gli eletti (5,7%). Sul mercato del lavoro viene segnalata una convergenza.
A livello ticinese i temi cambiano. Il mercato del lavoro - tema comune - è per gli eletti menzionato come preoccupazione principale (61,8%), così come per i candidati (50,3%) e gli elettori (32,4%). Se si considera anche il tema dei frontalieri, le percentuali aumentano soprattutto come interesse degli elettori. La terza "problematica" per i ticinesi è il traffico.
Convergenza d'opinioni - Elettori, candidati ed eletti della Lega si dimostrano i più coesi nell'identificare i problemi nazionali e cantonali prioritari. Più divergenze esistono tra eletti ed elettori di Plr, Ppd e Ps. Ad esempio nessuno degli eletti del Ps menziona l'immigrazione come problema urgente da risolvere, mentre l'8,3% degli elettori lo considera come tale. Divergenza marcata sui frontalieri viene riscontrata nel Ppd e nel Plr. In generale, le opinioni dei candidati e degli eletti al parlamento convergono con quelle degli elettori, con alcune divergenze, in particolare sull'ordine di priorità dei problemi da risolvere.