Il granconsigliere dell'UDC ha rifiutato di sospendere la trattanda, accusando il deputato MPS di «sparare nel mucchio». Lui: «Prima o poi troverò qualcosa anche su di te»
BELLINZONA - La seduta del Gran Consiglio ticinese iniziata lunedì è ripresa oggi alle 12.15 con la trattanda 31, la pretesa di risarcimento formulata da Matteo Pronzini contro i consiglieri di Stato e gli ex consiglieri di Stato del supplemento sostitutivo AVS/AI. Il caso ribattezzato "Pensionopoli" è quindi tornato in aula, ma il deputato dell'MPS ha chiesto che la trattanda venisse sospesa fino a quando il Governo non risponderà all'ultima interpellanza presentata dal Movimento, che chiede se le cifre («i consiglieri di Stato hanno incassato 5 milioni di franchi abusivamente») considerate fino ad ora corrispondano al vero.
«Il Consiglio di Stato, nel disprezzo del Gran Consiglio, non risponde - ha detto Pronzini -. Per questo chiedo formalmente di sospendere questa trattanda fintanto che le persone che tengono in mano i fili si sentiranno in obbligo di rispettare la legge e venire qui e rispondere a queste domande. Questo permetterà ai deputati di avere un quadro completo e non di fare “un atto di fede o di sottomissione”, come si faceva nei regimi stalinisti».
I parlamentari hanno però bocciato la sua richiesta di sospensione con 49 voti (11 sì e 3 astenuti).
Prima del voto, però, tra Matteo Pronzini e Gabriele Pinoja si è tenuto un "siparietto" di accuse reciproche. «Tu spari nel mucchio. Hai scritto in aprile, in novembre, in dicembre, in febbraio. Ogni volta chiedi qualcosina di nuovo - ha detto il granconsigliere dell'UDC a Pronzini -. È il momento giusto per la tua carriera di farlo. A mio parere è inutile sospendere la trattanda, il Consiglio di Stato ti risponderà a tempo debito». Un commento non gradito dal deputato MPS, che ha punzecchiato Pinoja: «Prima o poi troverò qualcosa anche su di te. Lo so che leggerò qualcosa che ti riguarda, quando uscirai da questo Gran Consiglio. Attendo la lista dei mandati assegnati».
Il battibecco è stato interrotto dalla presidente Pelin Kandemir Bordoli che ha ricordato come in aula «non si accettino accuse personali».
In simili termini si è però in seguito espresso anche Alex Farinelli, che ha iniziato il suo intervento parlando di «film ben congeniato»: «Il regista Matteo Pronzini l’ha pensato bene dall’inizio. Una richiesta di risarcimento, un parere giuridico, un appello al Ministero pubblico, un’altra perizia, una segnalazione al Procuratore generale. Oggi la proposta per rinviare la trattanda. Siamo ora giunti ai titoli di coda di questo film che sta diventando un po’ stucchevole e noioso? In tutta questa vicenda si è cercato solo di lanciare accuse e ingiurie senza proporre nulla di concreto. Ed è inutile portare avanti questo teatrino».