Secondo i giovani socialisti la proposta lanciata dalla gioventù liberale-radicale penalizzerebbe in particolar modo il nostro cantone: «In Ticino il mercato del lavoro è già allo sbando»
BELLINZONA - Come già i giovani leghisti, anche la Gioventù Socialista Ticino (GISO) si dichiara «fortemente contraria» all'iniziativa "Per il pensionamento a 66 anni", lanciata ieri dalla gioventù liberale-radicale. «Una proposta simile non può essere accettata», precisano i giovani socialisti in una nota odierna.
La proposta penalizzerebbe soprattutto il nostro Cantone. «In Ticino il mercato del lavoro è già allo sbando tra agenzie interinali e padroni che preferiscono assumere manodopera italiana a basso prezzo invece di premiare l'impegno di migliaia di lavoratori autoctoni. Oltre questo, ogni giorno si riscontrano casi di discriminazione salariale e stipendi ben sotto la soglia necessaria per vivere una vita dignitosa».
La GISO ticinese non le manda a dire e attacca la proposta della Gioventù liberale-radicale. «È insultante che la rappresentanza borghese nella politica giovanile si permetta di proporre misure simili allo scopo di finanziare l'AVS, dopo aver passato decenni assieme ai loro corrispettivi "adulti" a cercare di picconare servizi simili. Quanto ancora deve essere chiesto al popolo svizzero prima che esso possa ricevere qualcosa in cambio? Continua la solfa su cui la sinistra aveva messo in guardia da tempo; vengono sgravati i ricchi, e i buchi nel bilancio vanno coperti col nostro sudore. Ricordiamo che, tanto per fare un esempio, l'implementazione della RFFA secondo i parametri di Vitta priverebbe il Canton Ticino di oltre 150 milioni di gettito fiscale, e scenari molti simili si vedranno in tutti gli altri cantoni. Perché privarsi di questi fondi che potrebbero benissimo finanziare l'AVS senza il bisogno di lavorare fino a 66 anni?».