Una mozione socialista chiede al Consiglio di Stato di inserire il sedime in una zona per scopi pubblici, ma anche di sostituire il CdA di ARL
LUGANO - Le autolinee regionali luganesi (ARL) hanno siglato un diritto di compera con Artisa per lo stabile adibito alla manutenzione dei bus in via La Santa a Viganello. La notizia è stata anticipata qualche giorno fa dal CdT, e qualcuno ha voluto correre subito ai ripari. È il gruppo socialista, che ha inoltrato una mozione al Consiglio di Stato.
I socialisti parlano di «speculazione immobiliare» e chiedono al Governo di «bloccare immediatamente» tutto, in quanto «l’edificio di inizio ‘900 è bellissimo e si presta a una ristrutturazione».
Lo stabile non ha rilevanza architettonica che ne impedisca la demolizione. Ma viene menzionato nell’inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere «per il volume, le forme e i dettagli particolarmente rappresentativi dell’edificazione di tipo industriale degli inizi del XX secolo per l’unicità del genere in quel contesto».
Il gruppo Ps domanda pertanto al Consiglio di Stato di emanare le misure provvisionali previste in caso di beni degni di protezione e di inserire il sedime in una zona per scopi pubblici. L’idea è che, dopo una ristrutturazione, l’edificio possa accogliere residenze per studenti e strutture culturali e di svago, considerata la vicinanza del campus Usi-Supsi di Viganello.
Ghisletta, Biscossa, Buri, Durisch, Corti, La Mantia, Lepori, Lurati Grassi, Pugno Ghirlanda, Riget, Sirica e Storni chiedono anche al Governo di convocare un’assemblea generale degli azionisti ARL in cui discutere l’annullamento del diritto di compera e pure la vendita all’ente pubblico. Ma non si fermano qui. «I membri del CdA di ARL» dovrebbero essere «sostituiti con persone in grado di avere una visione non speculativa e attenta agli interessi della comunità».
Raccolta firme - Giovanni Albertini ha lanciato la petizione diretta a Municipio di Lugano "Salviamo il deposito ARL a Viganello e rivalorizziamolo!".
L'interrogazione al Municipio - Il diritto di compera siglato tra ARL e Artisa è finito anche sul tavolo del Municipio, con un'interrogazione che ha Carlo Zoppi come primo firmatario. Sette le domande poste all'Esecutivo luganese, che riportiamo di seguito.
1) Il terreno è stato dapprima offerto alla città? Se sì che risposta ha dato il Municipio all’offerta e dopo quale riflessione?
2) È già stato concluso l’iter di approvazione della variante per i beni culturali passata in consiglio comunale 7 anni orsono?
3) Non sarebbe il caso d’istituire delle zone di pianificazione per proteggere comparti sensibili e edifici meritevoli, facendo una seconda lista di beni culturali da proteggere e non lasciarli nelle mani della speculazione?
4) Non ritiene il Municipio che lo spazio potrebbe essere recuperato e riutilizzato a favore della comunità e delle associazioni piuttosto che lasciarlo in mano della speculazione?
5) Nell'ambito delle procedure amministrative inerenti alle domande di costruzione, al fine di determinare se il progetto ottempera il mandato dell'articolo 104 cpv 2 della Legge sullo sviluppo territoriale, ossia per giudicare se il medesimo si inserisca in modo "ordinato e armonioso" nel paesaggio, da parte dell’amministrazione viene in che modo viene utilizzato l'inventario ISOS e in che modo vengono tutelati i beni elencati?
6) La scheda di Piano direttore P10 definisce gli obbiettivi in materia di paesaggio e in particolare presenta in allegato tutti gli oggetti ISOS, elencati gerarchicamente in insediamenti di valore nazionale, regionale/cantonale, locale, può il Municipio informare il Consiglio comunale su quali insediamenti del Comune di Lugano sono elencati e con quale valenza?
7) La dottrina e la giurisprudenza hanno ribadito che le tutele consigliate dall'ISOS non possono essere direttamente applicate nei confronti dei privati, fintanto che l'ISOS stesso non sia stato integrato nel PR. Visto che questa necessità è insita nella scheda P10 del PD e ricordato che l'ISOS per il cantone Ticino è stato pubblicato nel 2009, quali passi ha intrapreso il Municipio per ottemperare a questo obbligo, fondamentale per la qualità del nostro paesaggio?