Il gruppo UDC chiede al Municipio di lasciare libertà di scelta ai genitori
Scuola aperta per i figli delle famiglie che «non hanno supporto durante il giorno». Chi invece ha la possibilità di tenere a casa i bambini deve poterlo fare
LUGANO - «Chiediamo che Lugano revochi l'obbligatorietà scolastica così da permettere a quelle famiglie che ne hanno la possibilità di tenere a casa i più piccoli». Secondo il gruppo Udc in consiglio comunale la Città dovrebbe «lasciare l'opportunità di mandare i propri figli a scuola a coloro non hanno un supporto durante il giorno».
Il momento, sottolineano Raide Bassi, Alain Bühler e Tiziano Galeazzi «è difficile e ne siamo consapevoli. Tuttavia osserviamo con sorpresa che le Autorità federali e cantonali mantengono con insistenza, senza e se e senza ma, l'apertura delle scuole dell'obbligo. La contraddizione appare evidente quando contemporaneamente le stesse Autorità sentenziano che la priorità è la salute pubblica dei cittadini».
Pur condividendo alcune motivazioni alla base di questa decisione, come il minor rischio di contagio tra i più piccini e l'evitare quanto più possibile i rapporti intergenerazionali con le persone a rischio (gli anziani), secondo i tre consiglieri democentristi «non sembra essere tenuto in considerazione lo stato di fatto di quanto accade nel Cantone».
E in particolare il fatto che: «Già oggi sono proprio le persone anziane che si prendono cura dei propri nipoti portandoli e riprendendoli da scuola e accudendoli durante la pausa pranzo e in attesa del rientro dei genitori dal lavoro. Il rischio di contagio di queste persone non è allora maggiore tenendo conto che la situazione logistica delle scuole non permette il mantenimento della "distanza sociale" fortemente raccomandata a tutta la popolazione?».
Da qui la richiesta esplicita al Municipio di revocare l'obbligatorietà scolastica, lasciare la scelta ai genitori. «Risolveremmo così contemporaneamente il problema del numero di allievi per classe, avvicinandoci quanto più possibile ad una corretta distanza sociale di sicurezza, e quindi a una migliore gestione della situazione nelle strutture scolastiche. Non vogliamo disattendere le disposizioni del Governo, ma ci sembra difficilmente giustificabile la sua posizione a tal riguardo. Che Lugano concretizzi una maggior tutela dei ragazzi, del corpo docente e dei suoi cittadini tutti revocando l'obbligatorietà delle scuole!».